Sarà l’offa per il ritorno di Casini nell’alleanza di governo, e di molti dei finiani nella maggioranza: l’abbandono della cosiddetta riforma della giustizia. Che poi una riforma non è delle procedure, e dei processi, nel senso di un giudizio rapido e certo, ma dei privilegi dei giudici. Che per questo motivo, per difendere la corporazione, insieme con la pompose inaugurazioni dell’anno giudiziario in ermellino, ultimo residuo della pompa fascista, difendono le carriere per tutti, a cieli aperti, senza giudizio di idoneità. E per questo vogliono molti posti di vertice.
C’è chi scommette che senza riforma anche il legittimo impedimento sarà approvato. Passerà cioè al vaglio della Consulta tra un mese del professore De Siervo, altro illustre giureconsulto casiniano. È un fatto che la famosa riforma è sempre stata agitata più che proposta da Berlusconi nella sua ormai lunga carriera politica: mai progettata realmente, cioè, mai approntata in articolato, né calendarizzata nei lavori parlamentari, mai impegnando il governo e i suoi media.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento