Assortito dell’“Apologia di John Brown”, il volumetto della serie “I classici del pensiero libero” del “Corriere della sera”, ha una sicura connotazione politica: antischiavista, antirazzista, ribelle. Ma “La disobbedienza civile” è il discorso dello sciopero fiscale contro lo Stato invadente, il discorso cardine del conservatorismo, anzi della reazione in agguato – ultimamente dei leghisti veneti, dei circoli Usa del tè. Il volumetto, e tutto Thoreau, sintetizzano l’ambivalenza politica del pensiero liberale, anzi la trivalenza: contro lo Stato, per i diritti dei più deboli, su un fondo anarchico. Cioè l’ambiguità dell’ideologia europea, occidentale, tra destra e sinistra anche estreme, come l’attualità politica italiana certifica, tra comunisti che diventano leghisti, dipietristi e finiani, o neo fascisti che si professano paracomunisti. O dell’ideologia tout court.
La traduzione e le note sono quelle di Piero Sanavio, lo scrittore che a lungo fu cultore unico di Ezra Pound e Céline: la radice anarcoide è la stessa.
Henry David Thoreau, La disobbedienza civile, Corriere della sera, pp. 100, € 1
mercoledì 1 dicembre 2010
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