I punti qualificanti della lettera polemica contro Tabucchi sul caso Battisti, che Fred Vargas ha avuto pubblicata ieri su “Le Monde” in prima pagina, non appaiono oggi sui giornali italiani, e meritano di essere conosciuti. In sintesi, la scrittrice francese afferma che Battisti è stato processato e condannato in contumacia senza che sapesse dei processi, con tre mandati falsi a suo nome ad avvocati. E che le condanne sono successive agli arresti e ai pentimenti dei suoi capi terroristi, che pentendosi e scaricando gli omicidi su di lui si sono salvati. Artefice dei processi manipolati sarebbe il magistrato milanese Spataro.
Ecco la parte di cui i giornali italiani hanno evitato di riferire (qualche riga prima la Vargas aveva scritto: “I due avvocati scelti da Battisti furono quindi imprigionati”):
“Lei scrive che Battisti assente fu assistito da avvocati di cui ha “ampiamente approfittato”. Per fortuna, per la salvaguardia della verità storica, alcuni indagano seriamente là dove altri non vogliono saperne niente: sì, Battisti fu in effetti “rappresentato” da due avvocati, grazie a tre mandati, due del 1982, uno del 1990. Tre mandati che ho tenuto a esaminare (non lei?), trovando molto strano (non lei?) che Battisti invii dei mandati per dei processi di cui non seppe l’esistenza che otto anni più tardi. Questi tre mandati sono dei falsi, così patenti che un bambino se ne renderebbe conto. Li tengo a sua disposizione. Ma il magistrato Spataro non ha voluto ricusare questi falsi. Questi pezzi di prova sono nel caso Battisti ciò che il famoso “borderò blu” è all’affare Dreyfus: esplosivi. Da soli macchiano i processi per intero di nullità e possono far cancellare la condanna. Da soli, provano la manipolazione che fu fatta di Battisti, l’assente, dai pentiti chiamati a “testimoniare”, dagli avvocati sotto pressione, e dal magistrato istruttore. Esplosivi ed ecco senza dubbio perché, da anni, non riesco a pubblicarli da nessuna parte. Ma ricordiamo almeno che non ci fu prova materiale contro Battisti né testimone oculare degno di questo nome. Che solo la “parola” dei pentiti ha accusato Battisti assente, portando loro in cambio considerevoli riduzioni di pena”.
Qui Fred Vargas accusa specialmente Pietro Mutti, il capo dei Pac (Proletari armati per il comunismo) di avere scaricato su Battisti i suoi omicidi. Quindi continua:
“Alcune piccole rettifiche tuttavia al suo così sicuro sapere: no, Battisti non era un delinquente prima di entrare nei Pac. No, la sua evasione dal carcere non data dalla sua prima detenzione. È nel 1981 che Battisti evase dalla prigione di Frosinone, dove era condannato a dodici anni per porto d’armi e atti di sovversione. Ma non per omicidio. È curioso che nessuno voglia mai evocare questo primo processo, nel corso del quale Battisti non fu accusato di nessuno degli assassini commessi dai Pac.
“È soltanto nel 1982, dopo l’arresto dei capi e degli altri membri dei Pac, che tutto si capovolse e che i vecchi compagni, ieri ancora armati, si misero a “pentirsi” e ad accusare il giovane assente con un bell’accordo”.
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