Dalla mancata sponsorizzazione del contratto in deroga per Mirafiori, per l’investimento congiunto Fiat-Chrysler, alla generalizzazione dei contratti in deroga a tutte le aziende, anche alle officine: c’è un salto logico nella posizione di Federmeccanica. Che il sindacato attribuisce alla “dialettica interna” in Confindustria, e quindi non se ne preoccupa più di tanto. Compresa la stessa Cgil, che sottolinea l’abnormità della decisione. Il peso di Fiat in Federmeccanica non ha inciso, si ritiene, più di tanto, così come non aveva spinto la federazione di settore a patrocinare la Fiat nella disputa con la Fiom-Cgil. La Cgil semmai teme il contrario, il disimpegno della Fiat da ogni politica confederale.
La dialettica interna riguarderebbe la posizione molto conservativa della Confindustria di Emma Marcegaglia in tema di flessibilità. Che non è piaciuta a molti associati. Le proteste contro il disimpegno di Confindustria nel referendum per Mirafiori sarebbe confluita all’interno soprattutto di Federmeccanica, nel comparto componentistica che si è sentito direttamente minacciato dalla consultazione e in altri settori. A meno di non poter mettere direttamente sotto accusa la presidente Marcegaglia, accusata da molti di usare la posizione per il suo futuro politico nel Grande Centro, Federmeccanica la attacca indirettamente denunciando la contrattazione di settore – che altrimenti sarebbe un harakiri.
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