L’attivismo americano contro i paesi e le aziende che hanno i migliori rapporti con Mosca, tra essi l’Italia e l’Eni, è il più sicuro segnale che la Russia è sempre più europea. Da scettici sul futuro della Russia, gli Stati Uniti sono nuovamente,d agli ultimi due anni di Bush, interessati a un rapporto esclusivo con Mosca. Politico e, in prospettiva, anche economico. Ciò si è tradotto in un rinnovato attivismo contro quei paesi e quei gruppi che hanno stretto migliori relazioni con Mosca.
L’Eni in particolare, e i suoi rapporti con Gazprom, il maggior gruppo mondiale del gas e maggiore azienda russa, già oggetto dell’attenzione preoccupata dell’ambasciata americana a Roma, sono ora oggetto di un non mascherata campagna di stampa. L’obiettivo è di condizionare il gruppo italiano, giù pupillo dei fondi d’investimento e pensione Usa, presso i suoi grandi sottoscrittori. Di indebolire cioè Gazprom indebolendo il suo primo socio in Europa.
Gazprom segue una politica delle alleanze realistica: essendo il maggior esportatore di gas, cerca partner tra i maggiori consumatori europei. Per gli Usa il discorso è politico: non ci deve’essere un rapporto diretto e privilegiato della Russia in Occidente se non passa attraverso gli Usa. Come nella guerra fredda. Ma questo è il binario su cui si muove anche l'ambasciatore di Obama a Roma, Thorne, e quindi il dipartimento di Stato.
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