Lo ha detto agli spagnoli, lo ha fatto capire con chiarezza a Berlusconi: ormai c’è un solo leader in Europa, ed è la Germania. La cancelliera Angela Merkel lo ha detto spiegando che la Germania contrasterà ogni tentativo di minare l’euro o, peggio, di disintegrarlo. Senza però prendere impegni istituzionali: a suo giudizio, della Germania.
Frau Merkel non lo ha detto così brutalmente, ma è quello che Zapatero e Berlusconi hanno capito. La cancelliera ha anche addolcito il messaggio, nello stile “doroteo” della vecchia politica europea, lamentando di non potere impegnare il suo governo in assetti istituzionali per venire incontro ai dubbi e superare le resistenze della sua opinione pubblica.
L’impressione dei suoi ultimi interlocutori è che Angela Merkel parli ora da vero cancelliere della Germania. Ritenendo probabilmente la sua statura politica ormai consolidata nel governo di centro-destra con i liberali, dopo il cancellierato di centro-sinistra con i socialisti, e quindi da vera leader, e non più da mediatrice in situazioni incerte. Soprattutto avrebbe pesato nella sua autostima l’esito positivo delle politiche sociali e di bilancio, dal salvataggio Opel alla nuova contrattazione, con la riduzione sensibile della disoccupazione, pur in una situazione di crisi mondiale. Dapprima col rilancio delle esportazioni, ora anche della crescita interna. Nel mentre che si chiarisce il rapporto, non più alla pari, con la Francia.
Formalmente l’asse con Parigi è sempre al centro della politica europea della Germania. Ma, stabilizzati i rapporti con la Russia, dopo il crollo del Muro, Parigi ha perduto ogni leverage sulla Germania. Mentre la Germania ha accresciuto il suo con l’unificazione, un’economia da ottanta milioni di persone contro una di sessanta.
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