Novelletta storica e antropologica, forse di maniera, ma tutta centrata. Dal Mastro del titolo al frate, a Babilana, alla figlia, al brigante padre e al brigante figlio, agli sbirri (“ammazzagesù”). Soprattutto nella feroce ironia, di grande perspicacia etnografica. Che è ribellione allo stato esistenziale prima che a quello sociale. Ironia di alcuni personaggi, e infine delle situazioni.
Dumas è fine antropologo. Rapido, cioè intuitivo, anzi fulmineo. Ma, poi, cos’altro è l’antropologia se non “afferrare” la realtà, dietro le apparenze?
Alexandre Dumas, Mastro Adamo, il Calabrese
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