martedì 4 gennaio 2011

Ombre - 73

L’inflazione raddoppia, annuncia l’Istat drammaticamente. Ora è all’1,6 per cento… Insomma, tutto è falso all’Istat, non solo il rilevamento prezzi.

Le cimici in casa Bossi sono, come quelle in casa Berlusconi, patetiche: poco efficienti, rilevabili, da dilettanti (giornalisti? curiosi? Lo stagnaro può essere curioso). Ma non sono come gli attentati e i golpe di “Libero”. Intanto dicono che questi politici superprotetti sono alla portata di chiunque. E poi sono ammonitrici: come i “dispetti” o “avvertimenti” in territorio di mafia, indicano che il peggio, che avrebbe potuto avvenire e non è avvenuto, può sempre avvenire. Bossi, che è stato primo attore di Mani Pulite, ne è andato finora indenne, ma Berlusconi lo sa bene, l’uomo più intercettato al mondo.

Due pregiudicati vengono fermati casualmente, per la presenza occasionale sul posto di un carabiniere fuori servizio, dopo avere bloccato sul raccordo anulare di Roma e tentato di malmenare un automobilista che a loro parere non dava loro strada. Viaggiano in Ferrari. E hanno nell’automobile 27 o 28 mila euro, in contanti, merce oggi rara. Ma le cronache cittadine ne omettono i nomi.

Muore Bernini, un maggiorente Dc finito in Tangentopoli. Le commemorazioni non dicono che è uscito da Tangentopoli assolto. Che è il fatto più importante. Non si può dire?

Antonio Polito, giornalista stimabile, spiega conciso come Garrone padre gli si presentò al varo del “Riformista”, dieci anni fa, e gli diede un milione, di euro. In regalo? Senza scandalo per nessuno. Lo incontrò per caso, in strada?

Per fare l’elogio di Marchionne sul “Corriere della sera” Sergio Romano lo paragona venerdì a Montanelli. Montanelli impersona, dice, “l’italiano scomodo”. Uno che si accomodava con tutti, salvo sbeffeggiarli quando non ne aveva più bisogno. O è l’unica maniera per Romano, o il giornale, di elogiare Marchionne, sotto mentite spoglie?

I giornali italiani scoprono Licia Ronzulli, un’eurodeputata assidua al suo lavoro, attraverso “Le Figaro”, un giornale francese. È perché l’onorevole è berlusconiana? O perché è donna? La mamma partoriente che non salta una votazione va sui giornali italiani se è l’onorevole Bongiorno, una che “ha gli attributi”, direbbe Montanelli – beh, ha trasformato Andreotti in una vittima della mafia, non è poco.

Bruno Vespa è sempre, nei grandi giornali d’informazione, “Corriere della sera”, “Repubblica”, “Stampa”, perfino sul “Sole 24 Ore”, “il giornalista Bruno Vespa”. Qualifica che ovviamente si omette di altri giornalisti vedettes della tv, Mentana, Annunziata, Floris, Lerner. Giornalista come ingiuria? Il Cominform è più forte di ogni altra ragione, fosse anche solo economia di scrittura, il vezzo di catalogare-additare gli avversari.

Cesare Segre, grande filologo, rifà sul “Corriere della sera” Uzbek, il “persiano” di Montesquieu, per interrogarsi su una politica che non capisce e non riconosce. In particolare, non capisce che i partiti cambino nome. Ma se uno non capisce perché ne scrive? O si camuffa perché capisce? È la verità filologica così contorta? Il Settecento era molto più esplicito del “Corriere della sera”.

Lezione di giornalismo e di politica di Stefania Prestigiacomo lunedì dopo Natale al “Corriere della sera”, che la intervista sornione come una delle ragazze di Berlusconi. Quanto giornalismo non fatto sulle manovre parlamentari contro i controlli sui rifiuti “speciali”, l’80 per cento dei rifiuti mobili italiani, che lei sa fare invece in quattro righe. E come sbugiarda la moralità superiore degli ex missini di Fini, gli amici dei Procuratori della Repubblica, nelle stesse quattro righe. Il giornalismo impossibile non è.

Dunque i regali si fanno in soldi: con buoni acquisto da spendere liberamente. Prima il regalo era un piacere del donatore che si augurava piacesse al destinatario. Poi al piacere è subentrato il fastidio: dover fare i regali, soprattutto per le Feste, ha condotto molti a odiare le feste. Ora si supplisce col regalo “utile”. Il piacere non c’è più, e il regalo nemmeno, c’è solo una tassa.
Il meraviglioso già si era ridotto al tecnicizzato: missili, computer, telefonini. Ora dev’essere monetario. Senza arricchimento.

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