Geronzi e la quota Generali in Rcs sono un falso scopo, l’obiettivo vero è il passaggio di Generali nell’orbita Intesa. Della Valle è un ariete manovrato da Bazoli, che se l’è asservito con l’ipotesi di farlo editore di riferimento di Rcs. C’è solo fastidio, al vertice di Generali, all’ammuìna provocata dall’industriale calzaturiero. Ma con molta preoccupazione: a Della Valle si accredita una megalomania senza limiti, e a Bazoli la spietatezza – peraltro ben nota dietro le apparenze curiali.
Potrebbero Generali cadere nel calderone di Intesa? In teoria sì. Sono la sola preda mancata nel Blitz di Bazoli, l’avvocato che trent’anni fa gestiva ancora il patrimonio della diocesi di Brescia, per l’opposizione di Fazio (la Banca d’Italia è il secondo maggiore azionista di Trieste), che ha già pagato col disonore, e di Geronzi. Una preda che potrebbe ora essere matura, già alla prossima stagione delle assemblee.
Più che Geronzi, il presidente di Generali, Bazoli deve battere Mediobanca, che Trieste vuole suo investimento privilegiato. E il management di Generali, che ritiene l’assetto proprietario attuale il migliore: molti azionisti, con poco peso individuale, sotto l’ombrello benevolo di Mediobanca. di rilievo. Bazoli sa anche che Mediobanca non è in condizione di resistere. Così come Unicredit dopo Profumo - cioè Geronzi e qualcuno dei grandi soci di Unicredit, quali Paolo Biasi. Il presidente di Mediobanca, Pagliaro, ha creduto di potersi comprare una tregua offrendo a Bazoli la quota in Rcs, ma in pochi giorni gli schemi si sono precisati in tutt’altra chiave: Bazoli può comunque contare sulla Rcs come sua, cioè sul “Corriere della sera”, e concentrarsi su Generali. Generali stessa, insomma, non si sente più protetta da Mediobanca. Mentre Bazoli non è nuovo a manovre che sembrano partire svagate – ora usando come ariete il suo critico d’ieri, il “modaiolo”, come lo chiama, Della Valle. Questo effettivamente è il modo a lui consueto di attaccare, saggiare prima il terreno, per poi stringere fulmineo.
Ma il gioco non è fatto: il vertice di Trieste – l’amministratore delegato Perissinotto come Geronzi – intende fare quadrato. La prima risposta la darà evitando di mettere sul mercato la quota Rcs. Quanto all’aumento di capitale Rcs, di cui non si parla ma che è dato per scontato, tutto sarebbe “da discutere”. Non per l’aumento in sé ma perché è lo strumento attraverso il quale Bazoli avrebbe prospettato a Della Valle la possibilità di diventare il “padrone del «Corriere della sera»”.
sabato 5 febbraio 2011
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