Papini è al meglio – che si continua trascurare, vent’anni dopo la caduta del Muro. I suoi tre scritti valgono la lettura di questa piccola antologia di “Lacerba” (“I cattivi”,”La vita non è sacra”, “Marcia del coraggio”): il paradosso non è gratuito, né volgare, la brevità feconda. I cattivi” è perfino esemplare per acutezza: per comprensione e capacità di giudizio delle leggi. Il resto risente del linguaggio artefatto di “Lacerba”, come di ogni avanguardia, presto caduco. Italo Tavolato, qui presente con cinque testi, è del resto ben dimenticato. Benché abbia titoli accattivanti quali il famoso “Elogio della prostituzione” e le “Bestemmie”, contro la democrazia, contro il giornalismo: i testi sono manierati e informi, colpa maggiore per un avanguardista e un blasfemo.
Le avanguardie, contrariamente al nome, non sono un investimento nel futuro, nemmeno il futurismo, che si voleva tutto modernità, perché non sono né si pretendono durevoli: sono, al meglio, un divertimento. “Il significato migliore che si può riconoscere al Futurismo è di essere stato arte della bestemmia”, conclude Anna K. Valerio, che per Ar, le edizioni di Franco Freda, cura questa buffa antologia. Si giustificano in epoca di conformismo, e questo è tutto – oggi, certo, non è poco: la pianta dei tartufi non commestibili è comune.
Giovanni Papini, Ardengo Soffici, Italo Tavolato, Bestemmia contro la democrazia, Ar Edizioni, pp. 55, € 8
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