Incastrarsi in una guerra civile in Libia, ci mancava anche questa: il “comandante Kirk” Obama ha perso la bussola. Non si sa se il presidente americano, in questa che lui chiama la rivoluzione araba, non capisce o se ha un disegno. Secondo la Farnesina ha il disegno di cavalcare l’islam. Ma non è detto: consegnare Bahrein all’Iran, con tutta la sesta Flotta?, o lo Yemen a Bin Laden, non sembra una strategia. Per ora, con l’accelerazione impressa alla dissoluzione della Libia, può essere una strategia da manicomio. Ma non bisogna oberare di troppe follie il presidente giovane e bello: per ora, quello che è certo, vuole solo portare alle stelle il costo dell’energia. Che per il mondo, eccetto gli Usa, e per l’Italia, è anche un vincolo esterno, alla bilancia dei pagamenti e al debito nazionale. Ma forse senza cattiveria: non è detto nemmeno che Obama sappia che dopo Gheddafi ci sarà la dissoluzione, che la Libia è un raggruppamento di tribù tenuto assieme prima dal re, infaticabile tessitore, poi dal colonnello.
Obama sembra divertirsi come alla partita. O come il comandante Kirk, appunto, della saga Star Trek con la quale è cresciuto: audace ma non capace, se non è guidato da Spock, che però è un extraterrestre. Mobilita infatti la Nato, volendo evidentemente vuole bombardare Tripoli, o un po’ di Nord Africa. E questo è il vecchio vizio americano, di buttare bombe dove capita, da cui, benché sembrasse diverso, si vede che non è immune.
L’ex ambasciatore americano Spogli per questo superelogiava ieri, strana coincidenza, irritualmente il presidente del consiglio italiano, con reiterate iperboli, per chiedergli di fare da piattaforme e retrovia all’Afghanistan in Nord Africa? Non è da escludere, e questo deporrebbe a favore della tesi della Farnesina, che una strategia c’è. Ma che vuol dire? Le sanzioni creeranno un sacco di problemi ai paesi europei, Italia per prima, senza aiutare la democrazia – come potrebbero? Dovremo fare a meno della Libia, cioè del petrolio e del gas, una grossa perdita, mentre agli Usa non mancherà nulla. Quanto ai bombardamenti, esporre i paesi di prima linea nel mondo arabo è insidiosissimo, mentre gli Usa se ne stanno comodamente nelle retrovie.
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