La Rai si compiace di far parlare clandestini tunisini che lamentano la qualità dello shampoo al centro di accoglienza. Vuole alimentare il razzismo? No, è parte della stessa gestione dei clandestini: vuole più soldi.
I clandestini che arrivano di notte, dopo lunghi percorsi in mare, su imbarcazioni di fortuna, restano al centro del problema immigrazione - la loro miseria cioè. Ma l’accoglienza è anch’essa parte del problema dei clandestini, il business del volontariato.
I migliori film in circolazione, secondo “il Manifesto”, sono “Qualunquemente” e “Parto col folle”.
Perché non “Mamma, come brucia”? Su Sky Hot scotta.
Formidabile ritorno della casa reale inglese, sugli altari e nei cuori del mondo, con “La regina” Elisabetta prima e ora con “Il discorso del re” suo padre, Giorgio VI. Pioggia di marketing gratuito, con Oscar a profusione e perfino la tentazione del Nobel. A cinque anni dal matrimonio farlocco di Carlo, il pesce d’aprile del 2005, i Windsor sono ben più solidi e belli. Sarà come dicono, che la regina è il grande capo della massoneria.
Ma in alternativa c’era il riavvicinamento al papa. Impensabile. E questo dimostra che Elisabetta, benché in età, è tutto fuorché fuori dal mondo.
Laura Sola, nomen omen?, giudice a Bologna, archivia la denuncia di una ragazza di sedici anni violentata da tre uomini. “Li conosceva”, argomenta la giudice. La conoscenza esclude la violenza… Ma dove le prendono?
Fa tenerezza Borrelli che cerca una foto sui giornali passeggiando davanti alla casa di Berlusconi a Roma. Se non fosse il manutengolo dei golpisti.
Ci sarà un giudice Garzòn anche per questi personaggi, quando Milano se ne sarà stancata. Ma, certo, Borrelli è solo un piccolo opportunista, in astinenza da visibilità.
I quotidiani di Lor Signori sparano con evidenza martedì in prima pagina festini romani di Berlusconi. La cosa è poi smentita, ma né il “Corriere”, né “Repubblica” né “La Stampa” mercoledì si smentiscono. E passi. Ma chi muove i tre giornali in contemporanea? Un Minculpop della questione morale?
Scrivevano le “vite degli altri” nella Repubblica Democratica Tedesca, dice Berlusconi sabato al “Foglio”. È vero. L’ultimo romanzo, o il penultimo, “È una lunga storia”, G. Grass ha costruito col meccanismo delle “vite degli altri”. Facendo ricreare a uno spione della Stati la sua propria vita con lo stesso meccanismo falsificante, sotto il grande vecchio Hoftaller, o Ombra Perenne.. Senza grande successo, però. Forse il genere non incontrava, se la Repubblica Democratica è finita vergognandosi di sé, non in Germania. In Italia è diverso, il sovietismo è perenne.
La Procura di Napoli, dopo avere occupato il “Corriere della sera” col malaffare di ogni tipo, prostituzione, droga, corruzione, intercorso fra mezzo governo e una Tommasi, all’improvviso tace. Ma la Tommasi non vuole tornare all’anonimato. Si procura interviste ovunque, aprendo, come assicura, le gambe, e dice: “Io telefonare a mezzo governo? Sapesse quante volte mi hanno rubato il telefonino!”. Si fa intervistare soddisfatta dal Dubai, si gode anche lei i petrodollari.
Però è da dubitare che dirà mai chi le ha rubato il telefonino. Primo perché è di buon cuore, con le cosce aperte. E poi perché morirebbe prima. La giustizia è severa.
Giorgio Israel ricorda sul “Foglio” venerdì che a trent’anni dalla sua uscita dal Pci incontra ancora persone che cambiano marciapiedi pur di non incontrarlo. È incredibile, ma è vero.
“È offensivo dire che la Consulta non è imparziale”, assicura il presidente della Consulta Ugo De Siervo. Esibendo la faccia da pinocchietto. Uno che si ricorda “piccolo democristiano” all’università, per questo emarginato al “Cesare Alfieri” di Firenze, allora istituzione liberale. Come se le sentenze non parlassero, o Gustavo Zagrebelsky.
In un certo senso, però, è vero: guardando alla composizione della Consulta non si può dire che non sia imparziale, tra le correnti Dc.
Commovente il telegiornale di Sky nella guerra del suo padrone a Berlusconi, con falsi sondaggi, false interviste, e tribune martellanti nei sei canali in contemporanea. Giovedì lo ha martellato con una prostituta che si pretende laureata e unicamente interessata alla politica. Dichiarandosi quindi “delusa dal governo, non da Berlusconi”. Che anzi, dice nell’intervista, ironica, sarcastica, e con gaudio dell’intervistatrice, non è una prostituta: “Le mie tariffe sarebbero troppo alte”.
Il tutto facendosi pagare, dai 300 euro in su - Sky, a differenza della signorina, fa tariffe popolari (anche se per buggerare i suoi clienti e non farsi buggerare).
giovedì 17 febbraio 2011
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