venerdì 25 marzo 2011

Anche parlare della mafia è colpa del Sud

Il Procuratore di Reggio Calabria Pignatone ha ricordato giovedì con una lettera al “Corriere della sera” che in Lombardia, come altrove in Italia, sono in affari le cosche. In particolare della ‘ndrangheta, la mafia calabrese. L’Assolombarda il giorno dopo risponde con l’ovvio: “In un momento delicato per la sopravvivenza di molte aziende stremate dalla crisi la cultura della legalità è una delle condizioni affinché la competitività sia garantita”. Ma è anche guardinga: “È inoltre fondamentale difendere la reputazione del territorio presso gli investitori internazionali”. Che in tempi difficili, aggiunge l’associazione degli imprenditori lombardi, tendono a preoccuparsi di tutto.
È in effetti dubbio che la mafia calabrese esporti soldi in Lombardia, per quanto “facili”, soldi in quantità economicamente rilevante - sarebbe la vecchia pulce che pretende di guidare l’elefante. Anche perché non ci sono in realtà soldi facili: quelli sbiancati costano caro, oltre che essere limitati. Il problema dell’Assolombarda sono i capitali veri: nazionali, internazionali, bancari, rispetto ai quali la ‘ndrangheta è una virgola. Che dire omertose le imprese in Lombardia allontana - questo si può dire impunemente in Calabria, dove niente appunto cresce.
Ma il Procuratore Pignatone non dice questo. Il “Correre della sera” ha usato la lettera del procuratore per rispolverare una indagine di due anni fa, in cui si parlava addirittura di “colonizzazione” da parte della ‘ndrangheta di vaste porzioni della Lombardia, per esempio attorno a Malpensa – nomen omen. E si affermava che in Lombardia vige l’omertà: “Le indagini consentono di ritenere che sussistono in capo alla generalità dei cittadini che vivono in questa porzione di territorio condizioni di assoggettamento e di omertà”.
Considerare la “generalità” della Lombardia, la più popolosa delle regioni italiane e la più ricca in Europa, “assoggettata” alla ‘ndrangheta, è certo eccessivo. Ma questo lo dice la Procura di Milano, l’indagine di due anni fa è la sua. Alla quale però né il “Corriere della sera” né l’Assolombarda hanno osato contestarlo. Aspettavano che si facesse vivo il Procuratore di Reggio, in una lettera che il giornale ha tutta l’aria di avere sollecitato, per “sollevare la questione”.

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