Ha recuperato le Forze Armate, orgogliose del ritorno sul campo. Ma è rimasto isolato, con pochi sostenitori nei media. Mentre accumula incidenti diplomatici e rischia l’isolamento. Non tanto nella Nato, dove la Francia si fa un onore di essere isolata, quanto in Europa e con i paesi arabi.
Non ha invitato la Turchia al vertice di Parigi – pur avendo invitato la Norvegia, paese che anch’esso come la Turchia non fa parte dell’Unione europea. E ha irritato Cameron, il premier britannico, sferrando il suo primo attacco qualche minuto dopo un vertice a tre, con la segretaria di Stato Clinton, nel quale non aveva fatto cenno ai suoi caccia pronti al decollo. Ha trattato perfino con insolenza l’Italia, con un unilateralismo che perfino Frattini, detto dai suoi “il vaselina”, non è riuscito ad ingoiare. Ma soprattutto si è isolato nel mondo arabo. Qui naturalmente con il solito equivoco.
La Lega Araba (la parte della Lega Araba) che ha chiesto la No Fly Zone, ha anche chiesto un intervento non-Nato. Un intervento Onu, che a suo modo di vedere doveva essere controllato da un comando Onu. Sarkozy ha invece agito senza alcun coordinamento, e questo è dispiaciuto all’Egitto e all’Arabia Saudita, che gestiscono la Lega. Inoltre, gli aerei francesi non si sono limitati a impedire all’aviazione libica di entrare in azione contro i ribelli, ma hanno proceduto a reiterati bombardamenti. Che naturalmente i paesi arabi si affrettano a sconfessare.
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