La partecipazione attiva del Qatar ai bombardamenti in Libia ha fatto sorridere qualche generale: non si sapeva che l’emirato avesse – potesse avere – un’aviazione da combattimento, con piloti addestrati e logistica adeguata. Un paese di mezzo milione di abitanti (800 mila con gli immigrati, che sono quelli che lavorano), beduini e pescatori di recentissima ricchezza. Ma ha fatto venire qualche dubbio ai politici. Perché il Qatar è anche il paese di Al Jazeera, l’emittente più oltranzista della massimalismo islamico e arabo, e comunque antioccidentale.
Il radicalismo dell’emittente si riteneva una sorta di scudo politico dell’emirato, cioè una difesa dal radicalismo stesso. Ma la partecipazione attiva ai bombardamenti in Libia, contro ogni regola di prudenza di fronte al nazionalismo arabo e islamico, ha riacceso i dubbi su cosa stia in realtà succedendo - “in che commedia stiamo recitando”, dice un diplomatico. Il dubbio è sempre che tra il Golfo e gli Usa ci sia un ponte, per alimentare, malgrado l’11 settembre, un fronte antioccidentale che in realtà sarebbe antieuropeo.
martedì 22 marzo 2011
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento