L’Italia ha sulla coscienza la vita di diecine di migliaia, se non furono centinaia di migliaia, di cittadini libici, alcuni uccisi in modo orrendo, in trent'anni di dura resistenza e repressione a partire dalla invasione nel 1911, e ancora continua. Non c’è libico a Roma che gioisca per l’intervento italiano, sia pure per liberare la Libia dal tiranno.
La presenza attiva dell’Italia nella coalizione ha particolarmente messo in difficoltà gli oppositori di Gheddafi. Secondo i quali non c’è purtroppo differenza: a un secolo esatto dall’invasione della Libia l’Italia si ripete, e sempre guerra porta nella costa nordafricana, benché Napolitano la chiami pace. Da Giolitti a Mussolini, col famigerato maresciallo Graziani, e ora a Napolitano, per i libici non c’è differenza. Nel 1911 l’Italia pretendeva di liberare la Libia dai turchi, oggi la pretesa rinnova con Gheddafi. Ma sempre portando morte e distruzione.
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