L’ultima guerra dell’Europa sarà stata dei servizi segreti. Agenti francesi e inglesi sono entrati da Bengasi in tutta la Libia da prima della “rivoluzione”. Insieme con le molte facce non libiche che hanno occupato la capitale della Cirenaica. Che, benché rasate, si sa che vengono dai campi sauditi di addestramento dei terroristi islamici, veicolati dall’Egitto di Tantawi. È questa rete spionistica che ha costituito e segnalato la rete di obiettivi libici che americani, francesi e inglesi erano pronti a colpire e hanno colpito ieri subito dopo il vertice di Parigi.
Niente di onorevole, dunque, in una guerra di spie e bombe aeree. Ma con una novità: l’attivismo a Bengasi, come in altre “guerre umanitarie”, del giornalista francese Bernard-Henry Lévy. Nominato filosofo in Italia, dove è eminente collaboratore di vari giornali di sinistra. Ai quali ora crea imbarazzo: i suoi articoli, sempre prontamente tradotti e pubblicati con evidenza, sono da un paio di settimane in giacenza.
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