Mussolini sarebbe stato infine contento, è l’Italia che voleva: scattante come un sol uomo. Ora, non si può dire che Napolitano sia mussoliniano, ma appena ha detto che bisogna bombardare la Libia, per il bene dei libici, tutti i grandi giornali, di professione naturalmente democratica, all’unisono si sono schierati e marciano per l’esportazione della democrazia: “Corriere della sera”, “Repubblica”, “Stampa”. Non c’è bisogno di essere dittatoriali e mascelluti per farsi obbedire, basta essere o essere stati comunisti del Pci: l’obbedienza resta cieca e assoluta.
Nel 2003 non c’era più D’Alema, e non c’era ancora Napolitano, e quella esportazione della democrazia non fu apprezzata, resta ancora un vulnus che i democratici deprecano, la guerra all’Iraq. Ora c’è Napolitano, che i raid aerei pacifici sulla Libia appaia al Risorgimento, e la risposta è si può dire entusiasta: “Armiamoci e partite!”. Con tanti “bruuu!”, anch’essi d’ordinanza, alla Lega – attestata al solito sul senso comune.
Il futuro storico avrà di che confortare la scoperta che l’Italia del 2011 era, caso più unico che raro, convintamente (post)-sovietica: si chiama centralismo democratico, significa che quello che il Capo dice le masse fanno, fedeli, convinte. Gli basterà leggere i giornali. Gli (ex) compagni di strada infatti non sottilizzano. Al “Corriere della sera” si sono spinti a pretendere dal corrispondente in Germania un articolo che dica Angela Merkel fischiata in Germania, perché “non marcia”, e Danilo Taino, neo democratico, diligente l’ha scritto, senza vergogna (Merkel ha fatto l’unanimità in casa, con l’eccezione dei Verdi, eugenetici - un arabo in più o in meno non fa differenza).
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