mercoledì 23 marzo 2011

La Nato non c’è perché non c’era

Se n’è accorto presto anche il segretario generale Rasmussen, che la Nato non esiste, nei resoconti delle sue intemperanze che il “Financial Times” ieri ha riferito. Perché il fatto è noto da tempo. Solo in Italia persiste il simulacro della Nato come alleanza occidentale, per un’opinione pubblica che troppo a lungo è stata antiamericana, e adesso intende recuperare con manifestazioni esagerate di americanismo.
Il fatto era emerso in pieno nelle celebrazione dodici anni fa del cinquantenario. Ed è confermato dalla dottrina internazionalista: la Nato ha esaurito la sua funzione di alleanza militare con la fine della guerra fredda. Nell’ambito della quale era nata, benché concepita nel 1944, nel pieno della guerra al nazismo. È la proiezione della politica estera americana nella forma wilsoniana: del dominio attraverso la democrazia.
È stata rilanciata dopo il crollo dell’Urss come forza di polizia internazionale. Ma allora esplicitamente alle dipendenze degli Usa: per gli obiettivi cioè che di volta in volta gli Usa indicano, sia pure attraverso l’Onu, e non per fini istituzionali, previsti cioè dai patti di alleanza. Con una distimnta funzione antirussa e antislava inizialmente, che poi si è appannata. E sempre con una estensione deisuoi compiti, sia territoriale, sia funzionae, che nulla hanno della allenza militare contro le aggressioni esterne quale statutariamente ancora è. La Francia e la Germania che, a diverso titolo, si sotraggono, in realtà non si sottraggono ai vincoli dell’Alleanza – non alla lettera, ma certo al comando americano.

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