L’impaccio di Berlusconi e Frattini, e la superficialità di La Russa non sono tutto. La guerra alla Libia, fatta per conto della Francia, la quale la promuove essenzialmente contro l’Italia, per soppiantare l’Italia in Libia, è la sconfessione totale del governo italiano. Di qualsiasi governo, ma di questo in modo particolare. Che si è arroccato per quadrare i conti su tagli miserabili alla ricerca e alla cultura, e ora spenderà due e tre volte i soldi risparmiati per compiacere un presidente francese incapace e debole, e per giunta ostile.
La Russa parla come si vede, a vanvera: come tutti gli ex giovani del Msi non sa nulla e non ha imparato nulla. Frattini si appella alla solidarietà europea e Nato, ma forse senza convinzione: non si vede quale Europa e quale Nato possano voler esporre un membro importante come l’Italia a una guerra imprevedibile. L’Italia, poi, in Libia non ha buoni precedenti - ma nemmeno i francesi, quando hanno tentato trent’anni fa di armare il Fezzan.
Di vero in questa No Fly Zone, come oggi si chiama la dichiarazione di guerra, c’è solo il ridicolo: l’Italia mette basi, navi e aerei a disposizione di una tenaglia anglo-francese anni Trenta, contro gli interessi dell’Italia nel Mediterraneo. L’altra verità è che il governo è debole, lo tiene solo il filo con Napolitano. Non perché non ha i numeri, pochi governi hanno avuto i numeri che Berlusconi ha in Parlamento. Ma perché Berlusconi, che sa che la guerra è insensata, non ha fatto niente per evitarla. Poteva parlare ieri mattina, prima che Napolitano a Torino gliela imponesse, e se n’è guardato. E sarà sul fronte giudiziario come su quello politico, o viceversa, che fa la faccia feroce, ma è vinto dentro.
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