mercoledì 2 marzo 2011

La verità della verità di Wikileaks è un’altra verità

All’improvviso l’antisemitismo irrompe a occupare il cono d’ombra di Wikileaks - che, come ormai è chiaro a tutti, è il meccanismo principe della disinformazione, e non della trasparenza. “Private Eye”, un periodico scandalistico britannico, accusa Assange, creatore e padrone di Wikileaks, di antisemitismo. Se ne occupa direttamente il responsabile della pubblicazione, Ian Hislop. Il quale rivela che Assange si è manifestato antisemita in una telefonata, volendo protestare contro chi l’accusava di antisemitismo. È un po’ ingarbugliato ma è anche molto chiaro.
“Private Eye” ha accusato il socio russo di Assange, Israel Shamir, di essere un negazionista dell’Olocausto. Assange telefona a Hislop per negarlo e, afferma Hislop, si scaglia contro gli ebrei. Cioè no: “È un complotto ordito dal «Guardian»”, gli dice, “per volere del suo direttore Alan Rusbridger e del giornalista investigativo David Leigh”. Assange non parla di ebrei, ma Leigh lo è, dice Hislop, e Rusbridger è suo cognato. Assange replica accusando Hislop di voler “coprire una calunnia con un’altra calunnia”. Il che, allo stato dei fatti, è la verità (Hislopo è anche il giornalista più querelato per diffamazione del Regno Unito).
Confuso insomma ma non troppo: l’irruzione sembra intesa a intorbidare la vicenda, e ci riesce. Tanto più che “giornalista investigativo” sottintende in Gran Bretagna legami con i servizi segreti. Si può anche notare che Hislop evita di far dire ad Assange che il suo socio russo, il presunto negazionista, è ebreo Ma chi ha interesse all’antisemitismo? Hitler no - non più: i suoi seguaci sono materia trascurabile. L’antisemitisimo è da tempo materia israeliana. Assange non interessa più? Non è (abbastanza) governabile?

1 commento:

  1. Shamir sarà pure ebreo, ma è un ebreo che desidera la fine di Israele. Negazionista è un accessorio.

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