Provate a chiedere un’informazione a Milano, molti vi passeranno davanti senza nemmeno guardarvi, altri vi diranno “non so” prima ancora che abbiate finito la domanda. Non è casuale l’avventura, chiamiamola così, del maratoneta kenyano Kanyanjua domenica, che dopo aver partecipato alla Stramilano ha vagato ventiquattro ore per Milano perché nessuno gli diceva come arrivare a piazza Firenze. Nessuno dei tanti interlocutori che l’atleta ha avuto cura di selezionare, evitando le spaventate dal negro: vigili, poliziotti, autisti di tram, tassisti, lettighieri. Lo hanno trovato prima, dopo ventiquattro ore, attraverso Facebook. Qualcuno che lo aveva visto su Facebook, o che “ama l’Africa”, e sa l’inglese, si diletta a conversare con Kanyanjua la mattina di lunedì, e gli regala infine due euro (l’atleta aveva indosso solo la tuta). Con i quali Kanyanjua chiama il fratello in Kenya. Che avvisa la società di atletica austriaca on cui Kanyanjua si allena.
Il milanese non risponde. Magari ora Milano vanterà la generosità del tizio che “ama l’Africa”. Ma chiedere una strada o un indirizzo a Milano è impossibile. Sembrano tutti immigrati, estranei alla città.
mercoledì 30 marzo 2011
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