Molière-Lully, è con quest’accoppiata che nasce il musical. E col “Siciliano”. Un aneddoto rapido, per non annoiare Luigi XIV – ma che per la brevità non si rappresenta e non si edita. Parte delle feste del carnevale 1667, che interrompevano il lutto della regina madre, e caratterizzeranno Versailles, corte della nuova età dell’assolutismo, con la galanteria, le arti e l’esprit invece della passione politica. Una commedia balletto, genere nuovo, con cui Molière e Lully inventavano la futura commedia musicale – l’ultima messa in scena, della Comédie Française nel 2005, è in stile musical americano anni 1940.
Il protagonista è siciliano nel titolo per ragioni non dette nel testo, se non per essere geloso: il tipo del geloso era siciliano nella Commedia dell’arte, accanto alla quale Molière a lungo lavorò, terminato il lungo tirocinio in provincia, nelle sale del Petit-Borboun e poi del Palais Royal. La commediola è anche la prima trasposizione moderna nel teatro d’autore dello “stratagemma” quale leva del comico. Che tornerà costante a lungo, nella commedia francese (ancora Molière, e Marivaux, Beaumarchais, Musset) e italiana (da Gozzi e Goldoni a Pirandello). Qui con una punta di contemporaneità: la giovane bella innamorata dell’amore verrà sottratta all’interessato suo “protettore” facendogliela passare davanti velata, come si conviene a donna turca.
Molière, Le Sicilien ou l’Amour peintre, Folio Classiques, pp.121 € 4
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1 commento:
Ieri ho scritto un piccolo pezzo sur le Bateau ivre. Mi ha sorpeso, oggi, venendo per la prima volta qui, scoprire che qualcun altro nello stesso momento, ha pensato ( evocato?)a Molière-Lully,anche se poi da lì sono arrivata alla Fairy queen e al Sogno di una notte di mezza estate. Tutto per descrivere una piccola recita di Mardì gras...Ma le coincidenze divertono. Leila.
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