Giuseppe Leuzzi
Viene ‘ndrina, la famiglia mafiosa, da Anandrynes – i gallicismi non sono rari in Calabria, il più noto è ‘nduja, andouille? Anandrynes è una setta lesbica, fondata a Parigi nel 1770 da Madame de Fleury, animata dalla cortigiana Sophie Arnould. Cui si deve la frase famosa che sancì l’esclusività del club: “O puttana, o lesbica”.
Le “Due modeste proposte per eliminare la criminalità” di Pasolini, due settimane prima del suo assassinio, sono le solite: abolire la scuola, abolire la tv. Ma il poeta fu nell’occasione anche realista: “Si lamenta in Italia la mancanza di una moderna efficienza poliziesca contro la delinquenza. Ciò che io soprattutto lamenterei è la mancanza di una coscienza informata di tutto questo, e la sopravvivenza di una retorica progressista che non ha più nulla a che fare con la realtà”.
Perché Platì, “il posto da cui si controlla il narcotraffico mondiale è un paese dove non c'è una donna per strada, dove i bar fanno schifo, dove l'asfalto è pieno di buche?”, si chiede Saviano sul numero di marzo di “Wired”, la rivista del gruppo Vogue per l’informatica. E si risponde: “Perché se tu migliori le condizioni di vita in quei luoghi le persone non fanno più un omicidio per 1500 euro”.
Semplice. Ma che le strade siano piene di buche è vero. Anche fuori di Platì, è tutta l’Italia che è depressa.
Prima e dopo la criminalità organizzata c’è una memoria individuale di difesa dalla violenza della legge, che al meglio si esprime nel suo scarso rispetto in tutto il Sud.
La donna del Sud si fa strada nel 1965 con la canzone così intitolata di Bruno Lauzi, che l’aspettava a Genova: “Una donna di nome Maria\ È arrivata stanotte dal Sud.\ È arrivata col treno del sole\ Ma ha portato qualcosa di più. Ha portato due labbra di corallo”. Anche se nel 1965 il Treno dl Sole viaggiava ormai vuoto.
La cosa non piacque a Sergio Endrigo, l’assenza della problematica sociale. Che nel 1967 ristabilisce la verità, con “Il treno che viene dal sud “ (“Non porta soltanto Marie\ Con le labbra di corallo…”). E dice: “Nel treno che viene dal sud\ Sudore e mille valigie\ Occhi neri di gelosia\ Arrivederci Maria…”. E: “Dal treno che viene dal sud\ Discendono uomini cupi”.
Dieci anni dopo Lauzi il Sud è ancora protagonista a Sanremo, ma a opera di una cantautrice, Rosangela Scalabrino, in arte Gilda, che “Il Sole 24 Ore” eleva a meteora, la quale canta: “Ragazza che ti affretti\ perché suona la messa,\ cammini a testa bassa,\ sorridi a chi conosci…\ ti hanno insegnato a credere,\ a vivere aspettando lui...” E vince. Gilda, “che, pur essendo nata nel Biellese, nel 1975 si impone con il brano «Ragazza del sud» può essere considerata la madre di tutte le meteore sanremesi”, scrive “Il Sole”. Ma una meteora insistente: “Gilda, apprezzata e lanciata dalla grande Mina, si presenta alle audizioni per l’edizione ‘74 della kermesse e viene scartata. L'anno dopo ritenta con lo stesso brano e non solo si qualifica per la gara ma vince il premio più importante”.
Si potrebbe arguire che il Sud non c’entra, e invece c’entra.
Nella “Lettera rubata di Poe (184..) “i camerieri, essendo napoletani, vengono ubriacati agevolmente”
Milano
Scoppia la guerra alla Libia, nella quale l’Italia è in prima linea, benché recalcitrante, e il governo non ha altro di cui occuparsi che di proteggere gli interessi di A2A, l’azienda milanese dell’elettricità, da Edison e dai francesi. La bottega viene prima della guerra.
La Procura di Milano è passata dalle prime alla Scala al controllo della spesa di Berlusconi. Sembra un declassamento, dai piani alti alle stanze della servitù. Ma Milano è come il maiale, di cui non si butta via niente.
Bergamo si fa un ospedale da 350 milioni. Di cui il piano terra è inutilizzabile perché sprofondato. Ai piani superiori molte stanze non sono agibili, non c’è spazio prescritto per i due letti. Ma non ne sappiamo nulla, non c’è scandalo.
Non c’è neppure per una caserma della Guardia di Finanza, un appalto da 250 milioni di euro. Che poi si sono vergognati di realizzare, ma non senza avere buttato alcuni milioni in mura abbandonate.
La Procura di Milano fa pubblicare ogni giorno una diecina di “nuove” intercettazioni su Ruby. Non di più né di meno: una diecina servono a “montare” una pagina. Inutile chiedere come sono “nuove” se risalgono ad alcuni mesi fa. E se sono vere intercettazioni, poiché Ruby sapeva di essere registrata.
O lo squallore è di chi fa questo basso servizio alla Procura? Imponendo ai lettori una ragazza che da ogni pizzo ormai sa di pesce. Cronisti di giudiziaria ma anche direttori, che la puzza poi si portano nei salotti. Tutto in realtà Milano unifica, dove lo squallore è infinito.
A Sanremo la Rai si era dimenticata Napoli. Nel cento cinquantenario, figurarsi. Ha rimediato Vecchioni proclamandosi ambro-napoletano. Milano si prende proprio tutto.
Non c’è solo Milano al comando, è vero, c’è anche Bologna. Con Casini, che vuol dire la Rai, Bersani, Fini, i quali fanno l’opposizione, non gloriosa. Nonché Cofferati, bolognese di adozione, che ha imbastardito la Cgil, un sindacato che aveva tutti i mezzi e la vocazione per difenderci. Con Prodi, che ha un’altra marcia, ma è per questo bolognese atipico, poco chiacchierone. Si dice sempre che anche l’opposizione governa, e in un certo senso questo è vero anche dei bolognesi.
È così che l’Italia resta sotto il tallone – di ferro – di Milano, indisturbata. Di Tremonti naturalmente, che è il Ministro Unico di questo e tanti passati governi. E di Bossi naturalmente, Berlusconi, Lele Mora, e la Procura.
Berlusconi non è solo, innumerevoli sono i processi politici, da Sofri in poi. E quelli non fatti: truffe miliardarie, alla Rizzoli Corriere della sera e alla Saras dei Moratti, mai indagate, o le schedature alla Pirelli. Dopo la lunga storia Montedison – di cui venne fuori solo la tangente finale, quella ammessa dallo stupido Craxi. Mentre Borrelli, D’Ambrosio, Spataro, Bruti Liberati, Greco e nugoli di altri procuratori sono noti in città per il tempo passato con editori, direttori di giornali e baroni del denaro, più che nei loro uffici. Peraltro sontuosi, nel fatiscente palazzo milanese della Giustizia.
Fu Craxi uno stupido? In quanto milanese sì. Aveva fiducia cieca nella sua città, all’“Avanti!” non era possibile scrivere un solo rigo critico di Milano, anche quando la corruzione vi apparve intollerabile. La città l’ha fatto poi passare per tangentista, perché andò al tribunale milanese a dire che, sì, la tangente Enimont c’era. Quando Montedison e Eni pagavano tangenti da trent’anni. Separatamente, è vero. E non a lui, non al suo Partito.
Un manierismo lombardo di ritorno imperversa e ha impoverito l’Italia in questi anni. Cioè no, l’ha svuotata dal di dentro, il tronco è ancora appariscente. Ha svuotato la lingua, le tradizioni, la cultura, l’iniziativa libera, l’ha schiacciata sulla hit parade delle cose immediate, di quelle che si vendono subito con profitto e chi se ne frega più. Dal terrorismo in poi è un attacco senza respiro di ciò che appare. In linguaggio marxista è il feticismo delle merci, in realtà è la stupidità – le merci si possono scambiare “con intelligenza”, con profitto non solo monetario, anche a ritmo elevatissimo. Milano non è più razionalità robusta, modesta (Verri, Beccaria, Cattaneo, il Politecnico), impegno religioso e caritatevole, dedizione (al lavoro, alla società, al progresso), denaro pronto per l’industria, antenna sensibile del paese (l’editoria). È solo moda e affarismo, banalità cioè e avidità. Che impone, con potenziale di leadership straripante, attraverso l’indignazione vocifera: la Lega, la questione morale, le mafie, il “Sud” in genere.
Nord
La squalifica del Sud Italia è parte di un’ideologia del Nord, contro tutti i Sud del mondo. Oggi virulenta per gioco, con la Lega, ma per un paio di secoli dominatrice, col dirottamento degli studi indoeuropei al modello “ariano” e anzi iperboreo. Oggi incredibile, eppure c’è stato – e c’è, solo si vergogna un po’. Ciò era evidente ai tempi del terzomondismo, degli studi sul ritardo economico, classificato sveltamente come Terzo mondo e identificabile con la parte meridionale del pianeta. In alto c’era l’Occidente (Europa e Usa) da un lato, dall’altro il mondo comunista, da Berlino a Vladivostok, Shangai e Hanoi.
Non è per questo scandalosa la persistenza dell’anticattolicesimo in Nord Europa e in Nord America. La chiesa cattolica ha molte colpe, ma non è – non può essere – responsabile di tutto il male. Inoltre, è la sola ad aver fatto, e fare, autocritica. Infine, si parla di religione ma s’intende cultura, alla maniera sempre del Kulturkampf di Bismarck, della guerra culturale scatenata dal cancelliere di ferro, prima e dopo Bismarck: non c’è prevenzione fra i cattolici contro i protestanti, mentre c’è fortissima al contrario. Che fondamento ha questa superbia?
leuzzi@antiit.eu
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