“È un’allucinazione”, il lettore dirà a un certo punto con l’autore, “sono in un romanzo”. Non può essere, un romanzo non c’è, il libro raccoglie una quarantina di pezzi staccati, ma Tabucchi ci riesce. Sono una quarantina di cammei, occasionali quanto godibili, alcuni inediti, altri sparsi in venti anni, raccolti da Thea Rimini. Molti memorabili: la morte di Empedocle, la signora Multipla Seicento, il diario cretese, il viaggio onirico nel catalogo del pittore Dacosta. In una prosa sempre scorrevole, la “lacca di garanza” di un pezzo che sarà celebre, benché di elevatissima messa a punto.
Liberato dal giornalismo - la politica è il suo Snark (“perché vogliono che io sogni questo sogno? Chi mi obbliga a sognare?”) - Tabucchi torna lo scrittore unico (solitario, sorprendente, inimitabile, familiare, “naturale”, cioè contemporaneo) del terzo Novecento.
Antonio Tabucchi, Racconti con figure, Sellerio, pp. 363,€ 15
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