Forse perde colpi, forse ha nel dna il “tanto peggio tanto meglio” del partito che fu la sua vita. La ragione non si sa, ma sugli immigrati illegali dalla Tunisia il presidente Napolitano ha lasciato a bocca aperta alcuni collaboratori, oltre che molti sostenitori: sconfessare il governo sugli immigrati clandestini subito prima del Consiglio europeo degli Interni è sembrato un siluro più che uno sgarbo. Con indiscrezioni al “Corriere della sera” e dichiarazioni alla “Repubblica, i due giornali che guidano l’opposizione.
Fuori del Quirinale la critica è aperta all’atteggiamento minimalista del presidente della Repubblica di fronte all’immigrazione illegale dalla Tunisia. Che tutto a questo punto porta a considerare organizzato, da mafie sì, ma ben protette dal nuovo regime. E che potrebbe anche coprire un’esportazione in massa dei criminali. Nonché di fronte al dramma di Lampedusa: il presidente non ha speso una parola per l’isola. Dentro le stanze ora c’è perplessità sull’atteggiamento del capo dello Stato verso il governo. Si è voluto tenere Berlusconi, anche perché non aveva altro governo possibile, e non vuole assolutamente eguagliare il record di Scalfaro, di due Parlamenti dissolti d’autorità in un mandato presidenziale. Ma non obietta, né ha mosso alcun rilievo, a Fini, che fa il presidente della Camera in modo partigiano. E sull’immigrazione ha voluto senza ragione indebolire lo stesso governo. Su un problema si può aggiungere, reale e non da teatrino della politica.
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