Si pensano la Nato e l’Onu veritieri, perché organismi burocratici, se non sovranazionali, e invece sono bugiardi come qualsiasi altra potenza, grande o piccola. Specie in guerra. Si pensa la tecnica sempre più perfezionata, anche indolore. E su queste premesse si finisce per credere alla guerra pulita, oltre che giusta: esatta, millimetrica, “rapida, rigorosa e risolutiva” come una operazione chirurgica. È doppiamente sorprendente quindi l’intervista del generale Tricarico a M.Ne. (Marco Nese? Se ne vergogna?) sul “Corriere della sera” del 29 aprile: oltre che per la censura del giornale, cha la confina in un colonnino poco visibile, per la stupidità della guerra che il generale, allora capo delle forze aeree italiane e vice-capo di quelle Nato, conferma con “precisione chirurgica”:
http://archiviostorico.corriere.it/2011/aprile/29/generale_solita_ipocrisia_Come_capito_co_8_110429027.shtml
“In Kosovo i nostri aerei bombardarono fin dalla prima notte del conflitto”, il 24 marzo 1999, conferma il generale: “Fu un' operazione condotta insieme con i caccia dell' Aeronautica tedesca”. Nella solita guerra non dichiarata, non discussa in Parlamento, fortemente voluta dal solito presidente ubriaco di settennato - allora era Scalfaro. Il generale riporta la decisione a D’Alema, allora presidente del consiglio, ma il senso è quello, un intervento voluto “in alto luogo” e ammantato di ipocrisia: “Per tranquillizzare i sonni dell' onorevole Cossutta fu necessario inventare la dizione Difesa integrata. In realtà i piloti italiani colpirono fin dal primo momento. Solo una decina di giorni dopo arrivò l'ordine di intervenire coi bombardamenti. Tre righe scritte in forma incomprensibile a testimonianza delle folli acrobazie lessicali necessarie per scriverle”. Senza speciale organizzazione o tecnologia, a cominciare dalle procedure, la cosa più semplice: “Nella prima guerra del Golfo del 1991, i nostri Tornado vennero immessi nelle operazioni di bombardamento dell' Iraq senza aver avuto una sola opportunità di addestrarsi insieme agli alleati e senza le notizie di intelligence necessarie per inserirsi nello scenario operativo”. Allora la decisione rapida e risolutiva fu di Andreotti. Fino al ridicolo: “(I piloti) Bellini e Cocciolone vennero abbattuti dalla contraerea irachena dopo essere stati gli unici a raggiungere il territorio nemico, dove avevano fallito tutti i nostri alleati. Invece di elogiarli, furono messi sotto processo mediatico”.
La guerra è dura. Anche contro avversari che non si difendono.
Delle tre righe non si trova traccia negli archivi. Ma si sa che il governo D’Alema si era formato in sostituzione del governo Prodi essenzialmente per avere l’Italia in prima fila nella guerra alla Serbia, in preparazione da tempo anche se non se ne parlava. Prodi aveva sentito il bisogno, il 12 ottobre 1998, di mettere un comunicato, ai più allora di oscuro significato, per sostenere: "Nell'attuale situazione costituzionale il contributo delle Forze Armate italiane sarà limitato alle attività di difesa integrata del territorio nazionale. Ogni eventuale ulteriore impiego delle Forze Armate dovrà essere autorizzato dal Parlamento”.
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