sabato 14 maggio 2011

Ombre - 88

Si mobilitano le suore e anche le veline, per l’acqua pubblica: non ci sarà più il Comintern ma non ci sono slabbrature, la mobilitazione è sempre generale. Mentre si evita assolutamente di scrivere, nemmeno per curiosità, che Bersani e Di Pietro erano per l’acqua pubblica quando erano al governo, non molto tempo fa. Omertà?

Dice Gian Arturo Ferrari, che a Torino cura la mostra “L’Italia dei libri” per i centocinquant’anni: “Nel 1861 eravamo un paese provinciale, che aveva avuto vette come Manzoni e Garibaldi, ma molto distante dai grandi paesi europei. Non c’era un tessuto connettivo”. Che invece c’era, allora. E l’Italia non era affatto distante, era nei cuori europei: questo è un fatto, per avere realizzato l’unica “rivoluzione” riuscita.

Il management e il consiglio d’amministrazione Rcs decide la fusione delle sue varie società (e cioè la copertura delle perdite dei vari settori con l’attivo del “Corriere della sera”) e la vendita della sede storica del “Corriere della sera”. Finte economie: si coprono perdite e debiti con operazioni straordinarie non ripetibili, tra l’altro foriere di nuovi costi. Per poter pagare dei bonus ai manager e un dividendo agli azionisti. Ma il sindacato aziendale tace: il Partito lo vuole.

Lactalis si compra Parmalat, appena e dolorosamente risanata per essere stata coperta da troppi debiti. Se la compra con tutti i crismi, l’avallo della Consob, le procedure giuste. Per scaricare sulla Parmalat, che ha un patrimonio ben superiore, i sette miliardi di debito della Lactalis stessa, piccola azienda di famiglia. Se è il mercato, è ben mafioso.

Dice bene Mario Sconcerti: con l’Inter “Moratti ha dato un senso alla propria ricchezza”. Con i soldi profusi nell’Inter, forse un miliardo, forse più. Ha ripulito i soldi degli “sfioramenti” sulla raffinazione da sottogoverno. Un altro aspetto molto mafioso del mercato.

Massimo Moratti sponsorizza il candidato sindaco di sinistra a Milano, Pisapia: “Penso che il centrosinistra abbia fatto una buona scelta. Appartiene a una famiglia che fa parate della buona borghesia milanese”. Senza vergogna.

Incredibile livore di Rai Tre contro “Striscia la notizia”, la trasmissione tv più civile, e più seguita, d’Italia. A opera delle sue autrici, anch’esse ben curate come le veline, Loredana Lipperini, Lorella Zanardo. Contro le veline, in nome del femminismo, della difesa delle donne.
È la povertà del Pci, di quello che ne resta, che ha contagiato perfino il mite Augias: frasi fatte e aria fritta. Una volta arrivavano in ritardo di dieci anni sulla realtà, ora di venti.

Nelle cronache d’epoca di Arbasino c’è ricorrente il cumenda lombardo coi soldi che per compiacere la sua attricetta, allora si chiamavano cosi, produceva un film. Dunque la tradizione è antica. Poi il cumenda fu anche emiliano, umbro, marchigiano. E il film magari direttamente porno, a basso costo.

“Smash e merletti, è il tennis bollicine”, inneggia Marco De Martino sul “Messaggero” agli Internazionali di tennis: “Sempre più alte, chic e corteggiate”. Le tenniste, s’intende. Federer, Djkovic, Nadal meritano una sosta al bar? Tutti ai loro posti invece per la Sharapova, le sorelle Williams, Ana Ivanovic, la Wizniecski, e Arantxa Parra Santonja. Che non portano merletti ma le mutandine sì, svolazzanti – è questo l’unico errore di De Martino, che per il resto coglie l’essenziale. È colpa di Berlusconi? Della globalizzazione? Dei romani poco sportivi? Dopo anni di Navratilova, brava ma brutta, spigolosa, e pure maschia.
Godimenti doppi propongono la statuaria Sharapova e le Williams con i gemiti e i gridolini con cui accompagnano ogni smash, si presume di piacere.
 
Ha realizzato il sogno delle veline, entrare in campo col calciatore, non solo in discoteca. Sotto tutte le televisioni, meglio se quando la squadra vince il campionato, si vede di più. È riuscito a Barbara Berlusconi. Che a questo punto di deve dire campionessa del genere inventato da papà. È riuscita anche a rovesciare i ruoli: il calciatore, Pato nell’occasione, stava sulle sue.
Però da raccomandata: ha avuto il posto in campo, nella panchina del Milan, che non si potrebbe, con la scusa che ne è proprietaria.

Italia 1 ha pronto uno speciale per celebrare lo scudetto al Milan. Composto dei punti salienti dell’annata. Ma si vedono solo gol, o attacchi riusciti, alla Juventus. Questo Milan si è illustrato soprattutto contro l’Inter, nei derby, ma sembra che abbia giocato solo contro la Juventus. Più qualche scena di squadre che hanno da ridire contro la Juventus, la Roma, la Lazio – con commenti generosi del tipo: “Beh, un errore ci può stare”. Il sottinteso è che Milano non la fanno vincere mai.

Magistrale “ascolto” di Raffaele La Capria delle “rubriche di approfondimento” della Rai, i vari talk show di partito e di corrente, sabato sul “Corriere della sera”:
http://archiviostorico.corriere.it/2011/maggio/07/CHE_NOIA_INFINITA_URLA_DEI_co_9_110507236.shtml
Una noia infinita. Resta da scoprire l’Auditel: è anch’esso di partito? O ci sono sempre quattro-cinque milioni di fedeli disposti a sorbirsi tre ore di chiacchiere ogni sera?

Di Deraa, al Sud della Siria, centro della rivolta contro Assad, solo si ricorda in Italia che è il luogo in cui T.E.Lawrence, “Lawrence d’Arabia”, fu sodomizzato (per la prima volta, dice lui). La Siria è così lontana?

La Cina ha evacuato prontamente, con proprie navi militari, trentacinquemila cinesi che lavoravano in Libia, senza che ne sapessimo nulla. Nemmeno gli aerei della Nato hanno visto le navi cinesi?

All’inaugurazione del Maggio con l’“Aida” il sindaco di Firenze ha abolito gli omaggi. Arbasino se ne meraviglia. Sul “Corriere della sera”. Duecentocinquanta euro per una poltrona gli sembrano troppi (pensa che siano addirittura 250.000….). In aggiunta, dice, alla spesa per il viaggio, l’albergo, il ristorante.
I nobili milanesi e romani si sono per questo astenuti, si apprende dallo stesso Arbasino, solo quelli fiorentini sono potuti andare. Povera Italia?

“Abbiamo sacrificato un elicottero da sessanta milioni e non avevamo i soldi per comprarci un metro?” pare abbia scherzato Obama la notte dell’attacco a Bin Laden. Ma non ha fatto ridere. La fine di Osama ha fatto piacere a tutti, ma nello sconcerto.

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