Un tradimento, purtroppo non meraviglioso, di un autore che dalla triste filologia ha tratto storie affascinanti (Tucidide, Fozio, Casaubon, Marchesi e Gentile, lo stesso Goffredo Coppola): Canfora riassembla testi e argomenti noiosi contro l’Artemidoro di Settis, perfino incomprensibili. Stucchevolmente polemico: la prima regola di una buona storia avrebbe voluto diverso spessore per il nemico Settis, che pure non è personaggio da poco, Canfora insiste sulle pulci accademiche - tanto più noiose per il lettore che sa le ostilità motivate soprattutto dalle divisioni politiche tra ex Pci. Del falsario Simonidis non più di una ventina di pagine, tratte pigramente dalle note di Andreas Mordtmann, un diplomatico tedesco a Costantinopoli. Del falsario Simonian niente, che pure sembra inventato, lui come Simonidis, simoniaci come sono. Niente neanche di Simonidis che, smascherato in Grecia, trova conforto a Costantinopoli presso l’ambasciatore del re di Sardegna, il barone Tecco, poi senatore del regno d’Italia.
Quando lo scrittore arriva sui giornali si spegne? Anche di Coppola l’ambizione era di scrivere sul “Corriere della sera”, potenza dell’elzevirismo.
Luciano Canfora, La meravigliosa storia del falso Artemidoro, Sellerio, pp. 254 €14
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