È la meraviglia dei suoi elettori. Di quelli del Vomero e Posillipo per una ragione particolare: come fa l’ex giudice De Magistris a pagarsi una campagna elettorale così spettacolare, di eventi sempre interessanti ma costosi. Degli ingegneri e gli architetti ex bassoliniani, del partito della Rinascenza, paesaggisti, vivaisti, restauratori. I mastelliani su questo spargono veleno, ma si sa che Mastella è nemico di De Magistris, che il magistrato ha scalzato con l’inchiesta fasulla Why Not. Il problema è più per i suoi elettori nuovi, quasi tutti dei quartieri bene, come l’analisi del voto mostra, quelli che hanno votato lui ma non le sue liste. Che da questo sono anzi tentati, dalla manifestazione di potenza. Ma vogliono prima prendere le misure dell’impunità dell’ex giudice.
Che De Magistris sarà il nuovo sindaco di Napoli pochi ne dubitano. E la sua forza, oltre che nella Procura di Napoli, che intensifica gli avvisi, è anche nell’essere diventato l’icona degli intoccabili, nei programmi Rai e nei giornali di De Benedetti (la vecchia “causa comune” di cui Corrado Passera, allora collaboratore dell’editore, discuteva con l’allora giudice Di Pietro, poi fondatore dell’Idv, il partito di De Magistris). Il tormento dei nuovi elettori è che non si sa se il vero capo del partito della giustizia sia lui o non Di Pietro. E se e in che misura un De Magistris vincente sia garantito dallo stesso partito.
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