Dal Diario politico di cinque anni fa, il 12 giugno 2006:
Girano solo apparentemente ridicoli gli inverosimili Libri Neri del calcio del maggiore Auricchio. Il cerchio invece si stringe: dopo Antonio Fazio, il governatore della Banca d’Italia, Cesare Geronzi. E la fine di Roma come centro di potere bancario. Il cerchio sull’obiettivo vero, i cui effetti dureranno: annientare la Banca d’Italia come centro dipotere morale, e cacciare Geronzi da Capitalia, dei cui delicati equilibri è arbitro e gestore. Senza distruggerlo. Basteranno gli affari della figlia, l’affitto della Gea, la fiduciaria Banca di Roma, quanto basta per farlo decadere dal consiglio Mediobanca, e quindi da Capitalia.
I movimenti a tenaglia di “Repubblica”-De Benedetti e “Corriere della sera”-Passera sono perfino dichiarati, benché criminosi, sulla Banca d’Italia e su Capitalia. Cioè su Roma, quello che resta di Roma, e le quote romane di Mediobanca e di Generali.
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