Giuseppe Leuzzi
Che fine ha fatto la Variante di Valico?
Perché si parla tanto (male) della Salerno-Reggio Calabria e per niente della Variante di Valico? Di cui pure si sa che è stata cominciata nel 1997, è costata finora tre miliardi più del previsto, è lunga appena un’ottantina di chilometri, e potrebbe essersi persa nel nulla.
Che cos’è la Variante di Valico?
E il passante di Bologna?
Perché Autostrade paga un indennizzo ai Comuni della Variante di Valico per l’incomodo, tanto che non sanno più come spenderlo, e non paga niente ai Comuni della Salerno-Rc?
Tra Bologna e Firenze devono transitare una buona metà, se non due terzi, degli italiani in marcia su gomma, per esempio gli autotrasporti. Che vedono in quel tratto saltati tutti i piani orari, per imprevisti di cui non si riesce a tenere il catalogo. Ma non se ne sente parlare. Basta invece un tratto anche breve a una sola corsia sulla Sa-Rc per imbufalire i pochi viaggiatori, siciliani per lo più con qualche calabrese. Le bestemmie sulla Sa-Rc fanno oscurare il cielo. Se il viaggiatore è un emigrato, nella civile Padania o nella civilissima Europa, le invettive riempiono i siti in rete, le lettere al direttore, e ora anche i romanzi. C’è un perché? Questi viaggiatori, benché emigrati, disprezzano se stessi – il razzismo è come la servitù, sono contagiosi.
Antimafia
La Procura di Palermo dice che Saverio Romano, un signore siciliano che è diventato ministro di Berlusconi, non è mafioso, ma “potrebbe diventarlo”. La Procura di Catania rinvia a giudizio 53 su 55 imputati di mafia, escludendo il presidente della Regione Lombardo, che nel frattempo si è messo col partito Democratico, e suo fratello. Due pesi? No, due Procure criminali: la giustizia politica è il crimine peggiore.
Milano
Pisapia proietta in piazza il suo consiglio comunale, offrendo anche il risotto. Meno male che succede a Milano, così non possiamo lamentarci.
Il “Corriere della sera” trova martedì eccessivo il neo sindaco: “Ha esagerato coi toni cupi, dipingendo Milano come una città sfiancata, frustrata e spenta”. Ma anche il giornale è entusiasta del “tifo da stadio per Guliano Pisapia, diventato in pochi giorni un’icona del civismo e della democrazia partecipata”. È democrazia partecipata il megaschermo con risotto, per “pensionati e attivisti”, come dice la cronaca. Il civismo invece lo stesso giornale lo sostanzia di “veleni e zero tolleranza per l’ex sindaco Letizia Moratti”. Cioè: piazzale Loreto non fu un caso, Milano sempre vuole dire “io non c’ero” – la capitale morale di che?
Arbasino vuole le divisioni e l’odio del vicino connaturate all’Italia, e cita nel suo amarcord di domenica sul “Corriere della sera” le tante infamie sparse da Dante su città e popolazioni. Vuole dire che Bossi è come Dante?
Ma Dante sparlava anche di Firenze: quand’è che Bossi parlerà male di Milano?
Bossi: sembra di sognare.
Spassosa, anche grazie ai refusi, lode di Bocca a Bossi l’originario – uno che voleva fare “l’elettromedico”, cioè il medico col laser, “nell’équipe del professor Zuffi a Varese” (che non è mai esistito, dicono le cronahe, né a Varese né altrove), e studia il cuore “alle altre temperature”. A Bossi cioè quando non si era messo “assieme a Berlusconi e alla sua democrazia autoritaria”, nel 1993 - ma non fu nel 1993 che Bossi si mise con Berlusconi?
Bocca incontra Bossi e ne rimane fulminato – come del resto tutta Milano 1, quella che fa i giornali, le banche e l’opinione cosiddetta pubblica: “Non è stato, come si vuol far credere, un tradimento di classe, un avventurismo politico. Semplicemente ci sono state parti della borghesia che hanno visto nella Lega, se non l’uscita, un correttivo alla politica dominante delle clientele corrotte”. Nella Lega? “Nella prima amministrazione leghista di Milano”, continua Bocca, “entrarono medici, urbanisti, sociologi”. Perché, ci fu una seconda? Né si ricordano “medici, urbanisti, sociologi” nella giunta Formentini, forse scaldavano il posto. Stavano lì, dice Bocca, per “non passare per i partiti e per i loro appetiti”. Mangiavano direttamente?
Leonardo, che Milano ha coltivato, la migliore Milano, del Milan, dell’Inter, se ne va. Senza discutere, vuole solo andarsene. Non saluta nemmeno. Milano è stupita. Ma solo Milano.
Se ne va anche Eto’o, che purtroppo non si può dire un mercenario.
“The man who screwed an entire country”, l’uomo che s’inculò un paese, è il titolo grazioso dell’“Economist” per un’inchiesta sull’Italia. Condotta da un bel giovane che il “Corriere della sera” e l’ineffabile Severgnini subito incensano. Tradotta con riverenza e pubblicizzata dall’“Internazionale”, una rivista che pure non può permettersi tanta costosa pubblicità sui quotidiani. Una cosa che l’“Economist” non oserebbe per il Botswana. Ma a Milano buggerare si conferma normale.
I referendum hanno portato alle urne tutte le regioni, anche quelle che votano per il governo, in testa gli amministratori locali: si tratta di ricostituire la piccola rendita delle forniture di acqua, così essenziale, rinegoziando appalti e concessioni. I più animosi sono stati i buoni amministratori leghisti: è proprio vero che la Lega non si perde un alito di vento. Non per nulla è, all’origine, lombarda.
Il “Corriere della sera” propone un programma di buongoverno a Pisapia sotto il titolo: “Consigli da Londra, la Milano inglese”. A firma di Severgnini, che a Londra dice di essere di casa.
Napoli
“Essendo alga all’acquario” a Napoli, la poetesa Jaqueline Risset annota in più punti ella sua raccolta “Il tempo dell’istante”. Un’esperienza che ne trasfigura la visone-.. della vita: “”Questa sera\ nel corpo d’un’alga\ all’acquario\ a Napoli\ j’ai vécu:\ vita vegetale\ ma respirando la carne dell’acqua nutriente\ respiro leggero”. È un complmento: la città ha tante materialità, aggressiva, oppressiva,ma ha (ancora9 questa immaterialità.
Si indaga Bisignani – che è quello che è e tutti conoscono, su piazza da almeno quarant’anni- per indagare in realtà Alfonso Pepe. Per vendetta, perché era un sostituto Procuratore legato al procuratore capo Cordova. Che i napoletani hanno cacciato da Napoli, perché voleva sapere troppe cose.
Si è indagato Pepe con ogni mezzo illegale. Facendolo poi accusare dallo stesso Bisignani, ossia dalla sua fidanzata Valanzano, ex collaboratrice di Pepe. Furbizia? Tricchebballachhe? No, turpitudine. Totale. Evidentemente protetta – ma si sa che questi giudici amministrano soprattutto il ricatto.
Il consiglio comunale in Galleria. A mezzogiorno, senza l’aria condizionata. Applaudito dai “pensionati e i militanti”, riferisce commosso Giangiacomo Schiavi sul “Corriere della sera”, oltre che dai turisti giapponesi. Una congregazione del genere a Napoli non si è mai raccolta, che pure sempre s’innamora alla follia dei divi, col caldo che fa a fine giugno. Nemmeno per Maradona, per dire. Milano è invidiosa anche di Napoli?
“C’è attesa, curiosità, voglia di essere coinvolti (anche nella distribuzione del risotto omaggio offerto da un ristorante in piazza san Fedele)”, attesta il “Corriere della sera” del consiglio comunale a Milano: Napoli ha da imparare.
Con De Magistris Napoli si è assicurato un forte ariete per dare la colpa “agli altri”. Il neo sindaco ha fatto in fretta a riempire la città d’immondizia. Dopodiché ne ha dato la colpa al governo.
La prima decisione della giunta De Magistris a Napoli è “termovalorizzatore mai”. Il giudice mantiene gli impegni.
Ma non si può dure che non sia previdente: l’impegno fa prendere e annunciare dal vice Caputo, che il Mattino chiama “comunista gentile”, ben voluto dai parroci. Non si sa mai che la Procura cambi, e invece del gentile procuratore Lepore ne venga un altro. Si tratta infatti di un favore alla signora Marilù Faraone Mennella, sposa dell’ex presidente della Confindustria D’Amato, che su terreni del termovalorizzatore ha in progetto una valorizzazione immobiliare plurimiliardaria, NaplEst.
Viaggiando sulla Roma-Napoli, 180 km. di autostrada vigilato dal sistema Tutor, sulla seconda corsia a 130 km. l’ora, si viene costantemente sorpassati da grandi macchine tedesche coi vetri schermati che spariscono in un baleno – a 180, a 200 km. l’ora? Sono macchine ministeriali che vanno d’urgenza? E vanno tutte a Napoli? O semplicemente non pagano le multe?
Dacché la stazione di Mergellina non è più in uso, per andare nelle isole, Capri, Ischia, bisogna scendere alla Centrale, e da lì in tassì farsi portare all’imbarco degli aliscafi. Ma Da Roma almeno un paio di trasportatori hanno prosperato imbarcando i viaggiatori su grossi pullmann che li portano direttamente agli imbarchi. Napoli è proprio infetta?
leuzzi@antiit.eu
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