C’è la meschina vita accademica, l’ormai ricorrente magliara americana (giovane e anch’essa universitaria), la sordità, coi personaggi classici della sordità, Goya, Beethoven, e tutta la tecnica degli apparecchi acustici, così varia e più spesso inutile, perfino dannosa, e c’è la vecchiaia (l’inattività, il padre, la decadenza fisica, le case di riposo, i pranzi di Natale….). Una prova di bravura: cecità e sordità non essendo dolorose né mortali, sono handicap singolarmente trascurati dalla ricerca e dalla stessa terapeutica, se ne sa oggi quello che si sapeva un secolo fa, niente, soprattutto in ordine alla prevenzione e alla cura, ci vuole bravura per parlarne. Anzi un tour de force, considerando che il “romanzo” è anche sulla linguistica. L’editore italiano intitola “Il professore è sordo”, della serie “Il Professore” (va al congresso, torna al lavoro….), mentre l’originale è un ambizioso “Sentenza di sordità”, come sentenza di morte, “Deaf sentence”. Tutto ciò sul presupposto che “la sordità è comica, come la cecità è tragica”. Ma l’esito è meno ilare – meno veloce – degli altri, l’argomento, sordo, prende il sopravvento. Perfino stereotipato, del genere, se ce n’è uno, narrativa inglese: ironico, anticattolico (il protagonista ha una seconda moglie cattolica), misogino, o misantropico, sessuofobico.
Il narratore, professore emerito di Linguistica, ha una certa età, e quindi il problema è anche suo: “Che vivo a fare, quando i rapporti sessuali e sociali sono anch’essi effettivamente finiti?” Poiché è lo stesso personaggio che ce lo racconta, divagando tra la prima e la terza persona, un esito possiamo escluderlo dall’inizio. Ma il “romanzo” si svolge proprio attorno a una ricerca di dottorato sugli ultimi messaggi dei suicidi e pseudo suicidi. Il suicidio, così popolare ultimamene, da Vila-Matas a questo Lodge, e a un numero elevatissimo di siti Internet, in linea con l’eugenetica, e col senso di crisi di questo mondo occidentale straordinariamente ricco e protetto, non è simpatico – anche nella forma degli attacchi suicidi che fanno la storia ormai da quindici anni, dalla seconda Intifada. L’unico personaggio vivo resta alla fine la ragazza americana imbrogliona, che si finge ricercatrice delle ultime lettere dei suicidi.
David Lodge, Il Prof è sordo, Bompiani, pp. 448, € 19,50 euro
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