Troppo ricca e viziata, troppo bella, troppo androgina, e ora si può dire troppo brava scrittrice per i suoi tempi, che la ritennero non meritevole di pubblicazione. Anche il suo alter ego Klaus Mann. Anche quando la raccomandava Thomas Mann. Si leggono questi racconti, recuperati e tradotti alcuni anni fa da Melania Mazzucco, che li situa con una corposa presentazione (tanto golosa, dotta, piena di sorprese, quanto singolarmente sgrammaticata) come se fossero nuovi e contemporanei, anche se risalgono agli anni 1930, e l’Oriente che ritraggono dovrebbe essere del tutto mutato. "Storie di esuli - alcuni volontari, altri controvoglia" (Mazzucco). Racconti secchi, al modo di Hemingway (allora al modo di Gertrude Stein). In una Persia dove smettere di “vivere contro di sé”.
Il raccontino “Tre giorni d'alba” (da intendere “Tre giorni all'alba”, secondo il “calendario” delle caserme e delle prigioni) è un formidabile ritratto dell’imperialismo stracione e del “lavoro italiano nel mondo”.
Annemarie Schwarzenbach, La gabbia dei falconi, Bur, pp.235, 8,80
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