Per prima cosa il neo sindaco di Napoli De Magistris, Procuratore della Repubblica in aspettativa, nomina assessore un Procuratore della Repubblica di Napoli, Narducci. Senza scandalo di nessuno, da Napolitano in giù.
Narducci è il Procuratore che chiede il carcere per Moggi, perché telefonava agli arbitri: per avere esercitato un “potere di influenza”. Per molto meno cioè.
Un consigliere comunale Mollicone, a Roma, presidente della commissione Cultura del Comune, grazie forse alla bella presenza, non vuole dare la cittadinanza onoraria al maestro Muti. Ma dove li prende Berlusconi? O sono infiltrati dei comunisti?
Muti da solo ha rivitalizzato il teatro dell’Opera a Roma, che ha seicento dipendenti, e da una ventina d’anni non faceva nemmeno la stagione, nemmeno di trovarobato. Quest’anno, bene o male, una stagione c’è.
È lo stesso teatro d’Opera che con balletto e coro sceneggiò il pianto greco al famoso “Nabucco” di Muti contro i “tagli alla cultura”.
Folle in festa, di donne delle pulizie a New York davanti al tribunale contro Strauss-Kahn, portate da autobus turistici, che ridono davanti alle telecamere. Mentre l’avvocato di parte lesa, un ex Procuratore pubblico, assicura, tutto in tiro, alle stesse telecamere: “Strauss-Kahn pagherà per il suo potere, il suo denaro, la sua arroganza”. Un film visto – l’avvocato ex Procuratore recita il flashback di quando sarà governatore o senatore. E lo stupro?
È vero che Hollywood è la cosa più vera dell’America.
Si leggono le intercettazioni delle trascrizioni fornite alla stampa dai giudici Salvini e De Martino e ci si chiede: tutto qui? Roba tipo il barista-tabaccaio-ricevitore romagnolo che si lamenta: “Il Siena s’è comprato quelli del Sassuolo”, che infatti hanno perso 4-0. Poi c’è la partita finita 1-0 al primo tempo, e 1-3 al secondo. Una sola volta?
Vendola come si permette? Pisapia mette in riga il presidente della Puglia, nonché capo del suo partito, che s’era congratulato al grido: “Milano è espugnata!”. “Quando va in una città che non conosce, Vendola dovrebbe ascoltare più che parlare”, l’ammonisce il neo sindaco.
C’è già la gara per il 2013, a chi sarà il candidato presidente del consiglio della sinistra? Ma a parti rovesciate Vendola avrebbe accettato che Pisapia festeggiasse a Bari.
È la sinistra non Democratica che ha vinto le elezioni - il Pd ha incrementato i voti ma di poche migliaia. Anche se su piattaforme moderate. Potrebbe essere la geometria vincente anche alle politiche: un candidato di movimento (giovani o comunque “nuovo”, non sperimentato, esterno alle burocrazie) al di sopra dei vecchi schemi. Che recupera tre-quattro milioni di voti socialisti, che il Pci-Pds-Ds ha ostracizzato e continua a ostracizzare, e attrae il voto giovane. Ma sarà impossibile: questo candidato dovrebbe essere Vendola, e il Nord non lo voterebbe mai.
Il “Corriere della sera” propone un programma di buongoverno a Pisapia sotto il titolo: “Consigli da Londra, la Milano inglese”. A firma di Severgnini, che a Londra dice di essere di casa.
Lorenzo Cesa, il presidente dell’Udc (lo è ancora?), è stato sotto il cecchinaggio di De Magistris in due, se non tre, delle inchieste farlocche dell’ex magistrato a Catanzaro. Fino a un paio d’anni fa. Ma alle elezioni ha fatto da predellino di lancio per il decollo della candidatura De Magistris. Con Antonio D’Amato e consorte, e il loro grande progetto immobiliare a Ponticelli, sito dove invece dovrebbe essere costruito il nuovo termovalorizzatore, a cui è interessato anche il cardinale Sepe. Gli affari prima dell’onore.
Il generale Tantawi, l’autore del colpo di stato contro Mubarak in Egitto, vuole far dichiarare prostitute le donne non sposate che manifestano in piazza. A tanto non erano arrivati gli ayatollah a Teheran. Ma Tantawi lo ha voluto Obama al governo dell’Egitto, come più democratico rispetto al laico Mubarak. Non sarà che Obama è davvero un mussulmano in petto?
Lungo saggio di Paolo Mieli su Giuda nel “Corriere della sera”, con rassegna delle migliori pubblicazioni in libreria sul personaggio, partendo dall’ultima, del medievista Giacomo Todeschini. Ma senza neppure citare la penultima, dell’invadente Zagrebelsky. Non ne fa cenno neppure la bibliografia con cui il giornale correda il saggio. Però è vero che le venti cartelle di Mieli sono più interessanti delle cento del giudice costituzionale di Scalfaro.
La campagna di Antonio D’Amato contro il candidato berlusconiano a Napoli era in realtà contro il termovalorizzatore di Ponticelli. In un’area cioè che D’Amato e consorte, Marilù Faraone Mennella, intendono “valorizzare” con un megaprogetto immobiliare, il NaplEst. Ma nessuno lo dice al “Mattino”. Neanche al “Corriere della sera”, che ha dato mezza pagina a D’Amato in campagna elettorale e nessuna replica al candidato berlusconiano.
È morto a Napoli un turista scippato. Ma né mentre lo curavano in ospedale né alla morte i due candidati sindaco si sono fatti vivi. Anche solo per i dieci secondi dell’apparizione al tg. L’anema e core di Napoli è insensibile.
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