Finito presto ai remainders, è la versione originale, del 1947 (la riedizione, rivista, figura in appendice a “L’esperienza interiore”, 1954, in italiano nel 1973). Di interesse quindi storico, ma anche interpretativo: Bataille vi è “più” Bataille.
È il documento di un’inutilità: “L’uomo è l’impossibile, incarnato in tutti i sensi”. O anche: “È l’inammissibile e non ammette, non tollera quello che è se non rendendo la sua essenza più profonda”, inattingibile – e perché dovrebbe attingerla, fissarla? Il proprio dell’uomo è “questa immensa stupidità”, detta anche “ebetudine ipocrita”. Anticipa e illustra 37 “principi” per un’“operazione decisiva”: l’operazione “sovranità”. Che è in primo luogo un “metodo d meditazione”. Detta anche “esperienza interiore” e “estremo del possibile”. Collocandosi “al segreto, al fianco del surrealismo”. In raffronto ad altre esperienze similari: l’ebbrezza, l’erotismo, il riso, il sacrificio, la poesia.
Il batagliano non vi si smarrisce. Se non per la carenza persistente di senso, anche ponendosi nell’automatismo della ricerca a protocolli aperti, “senza senso” predeterminato. La sorpresa c’è sempre. Ma a documento di un’inutilità – non voluta. “La stella eccede l’intelligenza divina”? “L’uomo è genuflessione?” “La tigre ha la magnificenza miserabile e perduta h manca a Dio”? È topos surrealista ma lo dice bene solo Borges, in poesia.
Georges Bataille, Metodo di meditazione, Mel-Libraccio, pp.92 € 3,10
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