Gli Stati Uniti, che non volevano la Corte penale dell’Aja e a lungo l’hanno boicottata, hanno deciso di sabotarla? Dall’interno, a opera della corte stessa, come si conviene a una diplomazia intelligente? È l’interrogativo che si pongono le diplomazie europee dopo la decisione della Corte di processare Gheddafi per crimini di guerra chiedendone l’arresto. Non richiesta dall’Onu, né dalla Nato che agisce per conto dell’Onu. E senza addurre motivi validi. Richiesta forse dagli Stati Uniti, ma allora con che scopo? La Corte ha azionato da sé il proprio indebolimento.
Se non fosse stata scritta da Marc Bloch, all’epoca dell’odio incoercibile tra tedeschi e francesi, la storia-manuale delle bugie di guerra (“La guerra e le false notizie”) si ricomporrebbe da sé in questi (pochi) mesi di guerra alla Libia. Un movimento democratico che invece era un colpo di Stato, preparato da tempo, con alcuni governi europei. I mercenari, il viagra, e gli stupri di massa dei militari libri. Le fosse comuni o cimiteri di massa, allestiti da un regista per i fotografi. Tutto ciò falso fin dall’inizio, ma certificato dal giudice supremo Moreno-Ocampo. Che è un sudamericano, ma ciò non toglie – si sa che i sudamericani hanno soprattutto voglia di divertirsi: Moreno-Ocampo ha la carica di Procuratore del Tribunale penale internazionale dell’Aja, è il pubblico accusatore. Il Procuratore ha detto bugie talmente bugiarde da doverle abbandonare presto. Ma il Tribunale le ha prese per buone procedendo contro Gheddafi. Tutto poco “intelligente”.
Troppo per le diplomazie europee. Che danno per certa la volontà americana di sabotare il Tribunale dell’Aja. Per due buoni motivi. Vanno in porto processi per i crimini nell’ex Jugoslavia, mentre la Serbia si è allineata e non è più il caso di infierire contro di essa. L’arrivo all’Aja di allegri giuristi alla Moreno-Ocampo non garantisce gli Usa di non trovarsi un giorno sotto accusa. Direttamente, per i bombardamenti per esempio che liberamente operano ovunque nel globo, sotto forma di antiterrorismo o per la protezione della domanda di libertà (un tempo antinarco, domani chissà). O indirettamente, per gli eventi in Palestina, o in Pakistan.
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