martedì 19 luglio 2011

Ombre - 96

“Ma la Dandini ha fatto un libro?” Succede per la terza volta in tre giorni all’edicola di ascoltare questa richiesta di signore di una certa età. Che poi non chiedono su che argomento, o quanto costa. Basta la Dandini, basta la tv.

Arrivano in Fiat i fratelli Elkann, eredi dell’Avvocato, e per prima cosa si prendono la Juventus, cacciandone il cugino Andrea, erede di Umberto. Poi, dopo le molte brutte figure, gliela ridanno invitandolo alla belligeranza con Milano. Poi, dopo che Andrea ha minacciato Moratti e tutti i suoi compari, ne prendono le distanze.
Si ripete sempre lo steso modulo, di Gianni contro Umberto.Per ora solo a danno della Juventus. Ma si vuole che il capitalismo familiare protegga le aziende. Da cosa?

È una brutta estate per i fan di Murdoch? Non molto dopo Capodanno Milano bene ne accoglieva il figlio James con ricevimenti esclusivi e brindisi. Grande democratico, che doveva comprare La 7, creare un giornale, abbattere Mediaset, e riportare l’Italia alla libertà. Ma Milano non si vergogna, dimentica.

Boris Johnson, il sindaco “berlusconiano” di Londra, che è stato giornalista di giornale popolare, dice che le intercettazioni sono pratica corrente in quel tipo di stampa. Ma c’è voglia di scandalo: Murdoch dovrà pagare un conto salato.

Voce atona, tirata a quattro pizzi, fresca di parrucchiere e estetista, Giulia Torre annuncia che processerà Berlusconi, comunque vada, come una qualsiasi velina dei programmi tv. Almeno così si arguisce, dall’incerta dizione, da velina. Ma non è una velina, è un giudice, e non è in un programma tv.

A Tempio Pausania c’è una Procura. Che d’estate tiene banco. Una volta l’estate era riempita dalla Coca Cola, un ossicino nella bevanda si dissolveva lo spazio di una notte, e dal triangolo della morte alle Bermude. Ora c’è la Procura di Tempio Pausania. L’anno scorso – in onore al Tempio? – scoprì una P 3 a Firenze, di alcuni massoni attorno a Denis Verdini. Che poi si dissolse. Due anni fa (non) fece il processo per le foto di Berlusconi nudo in villa. Anche le foto adesso valgono poco. Quest’anno processa la villa e Berlusconi stesso, per un altro Tempio che vi sarebbe trafugato. Dissolto?

In alternativa, la Procura del Tempio ha la scomparsa del desposito della Maddalena: mssili,kalashnikov e lanciarazzi katiuscia. Ma qui si sa già chi li ha rapiti: l’esercito italiano. Razza di ladroni.

Patrizia D’Addario, la prostituta barese che è andata a letto con Berlusconi, dice che tutto glielo ha organizzato un’avvocatessa, Maria Pia Vigilante. La quale “convocò il «Corriere della sera» e suggerì di rilasciare la famosa intervista”.
Magari non è vero. Magari la donna ora non vuole pagare la parcella. Ma l’avvocatessa s’era fatta dare un anticipo? O lavora anche lei a percentuale?
“Convocò il «Corriere della sera»” vale una storia del giornalismo.

È possibile che il “Corriere”, sia pure nella persona di Sarzanini, accorra a una chiamata di Maria Vigilante? Proprio il giorno dopo in cui il famoso sindaco dalemiano di Bari, nonché giudice, Emiliano, va (perdente) al ballottaggio? Quant’onesta e quanto sola appare questa Vigilante.

Il sindaco di Voghera e il commercialista Marchese sono stati carcerati una settimana dai giudici napoletani, e dagli stessi vituperati con volumi d’intercettazioni, nonché dai giornali con paginate su Voghera. Poi sono stati scarcerati, perché, dice il commercialista, i giudici pensavano che portassi soldi all’estero, “ma avevano scambiato il prefisso dell’Ucraina con quello di Voghera, che sono simili”. Non è possibile, ma è vero.
I giornali non chiedono scusa (il “Sole 24 Ore” e “Repubblica” non danno notizia della scarcerazione), i giudici nemmeno. E il Csm?

Non ha potuto fare niente contro la manovra, e allora il “Financial Times” gioca d’anticipo: subito un governo tecnico. La crisi cioè, una trattativa interminabile, un governo impossibile. Il mercato non è che si nasconda.

Il Tar del Lazio azzera la giunta Alemanno perché non ha abbastanza donne. Non in base a un qualche comma di legge, di lettura sia pure forzata. No, d’imperio.

Gian Antonio Stella fustiga Berlusconi ancora una volta sabato sul “Corriere della sera”, che lo monta in prima e sul sito, per la legge abortita che sospendeva il pagamento a De Benedetti in via provvisionale del mezzo miliardo abbondante cui il giudice De Ruggiero l’ha condannato. E porta a esempio una sua condanna analoga, per 15 mila euro, a favore di Mannino, il politico siciliano, che lui invece ha versato senza battere ciglio. E che Mannino, benché Stella abbia poi vinto la causa, non gli restituisce. Morale?
Però, il mangiasud Stella fregato da un siciliano non è male.

Lo stesso giorno il “Corriere” si scusa con poche righe anonime, in fondo alla pagina delle lettere, di tre articolesse con cui il leone Stella ha artigliato tre anni fa l’università di Messina. Una vetrina del giornalismo italiano. Una citazione per tutte: Gelmini, il miglior ministro dell’Istruzione dai tempi di Gentile, è “paracadutata al ministero di viale Trastevere per investitura monarchica di Silvio Berlusconi…. come una marziana con le antenne e la pelle verde squamata” – il vero ministro è, garantiva il Nostro, Pino Pizza. Unico cenno critico peraltro al Lombardo-Veneto, il sarcasmo era tutto per Messina, Salerno, Lecce, Enna etc.
Il vero problema è, però, che il rettore di Messina Tomasello e sua moglie Carmela Grasso si accontentino di quelle poche righe.

Bernanke magnanimo con l’Italia, lui che con gli Usa rischia il default, è la verità del mercato.

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