domenica 10 luglio 2011

L’Europa dei (piccoli) buffoni

Piccola, inerme, e vanagloriosa: la guerra di Sarkozy e Cameron alla Libia è l’ennesima sordida farsa, questa anche tragica, dei nani europei che si credono giganti. La sindrome incurabile a questo punto dell’Europa, posto che l’infezione è coltivata.
Già al tempo del Muro e dei blocchi, ma con evidenza netta nella globalizzazione, l’Europa è uno spicchio del mondo, non influente. Contava zero quando il mondo si governava con i missili. Conta poco di più nella finanza subentrata alle testate multiple – conta ancora per un quarto, un quinto, nel commercio mondiale, ma zero o poco più tra le forze che lo muovono, la moneta, le banche, i fondi.
Questo se l’Europa fosse unita. I suoi singoli paesi non contano niente. È un fatto, visibile, comprensibile anche, solo i governi europei mostrano di non saperlo. La Germania forse sì – per quanto, se si illude di tassare a Berlino i capitali mondiali, con la Tobin-Robin Tax, mentre non sa governare la Grecia, non mostra molta sanità mentale. La Francia evidentemente no. Ma nell’insieme la veduta è scoraggiante. Quando si farà la storia di questa guerra, o volendola guardare dall’esterno, a distanza, è poco più di uno di quegli scherzi di cui un tempo si dilettavano i buffoni di corte, frustrati.

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