mercoledì 17 agosto 2011

L’amore religioso dei ragazzi

Poema del’amore dei ragazzi, per una volta non manierato. Del corpo dei ragazzi. Profano certo, considerando la sessuofobia dei preti. Blasfemo anche, poiché è l’amato Giovanni, il corpo del ragazzo, che riporta Dio nel Cristo: “Soave fanciullo,\ corpo leggero,\ riflessi di luce…\ Perduti in nubi\ d’indifferenza,\ in Sé ci chiama\ e a Sé c’informa\ questo Tuo Corpo”.
Sembra bizzarra, questa associazione tra gioventù, chiesa e l’amore dei ragazzi, un’altra ricerca dell’effettaccio. E invece è religiosa nell’intimità – non ci sono molte evenienze ultimamente di Dio nella poesia: in quell’intimità col creato che fa il cristianesimo cattolico. Gioiosa certo, nella malinconia, una religione di salvezza. Ne è riprova l’onestà del poeta, ancorché confusa. E la disperazione che appare coltivata e artificiosa, fino al “suicidio”, la morte cercata.
Con l’unica poesia moderna verginale per la Vergine – cui apparenta mirabilmente, ma devotamente, la “madre giovinetta”. E con l’Italia tutta, nelle sue regioni, la lingua, i temi biblici. È una crestomazia nazional-popolare, la prima duratura aspirazione.
P. P. Pasolini, L’usignuolo della chiesa cattolica

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