Tutti i giornali hanno aperto oggi con una “falsa” notizia, sapendo che era falsa: “Bufera Lavitola sul premier”, “Berlusconi, nuova bufera”, “Premier al telefono, un caso”, etc. Tutti i grandi giornali, “Il Fatto Quotidiano”, i giornali della catena Caltagirone, quelli della catena Riffeser. È la giornata della “manovra” salva euro, ma la notizia è questa.
La notizia è stata congegnata in modo che Berlusconi consigliasse all’affarista Lavitola, sapendo che un provvedimento di carcerazione lo attendeva in Italia, di restare all’estero. Mentre non c’è nulla di tutto questo, Berlusconi al contrario sdrammatizza la vicenda. La quale scoppierà una settimana dopo.
Con la stessa tecnica con la quale la notizia è stata “costruita”, si può anche dire che gli arresti di Lavitola e Tarantini sono stati disposti “dopo” l’intercettazione di questa telefonata. Si dispone l’arresto sulla base di questa telefonata, in modo da poter imputare al presidente del consiglio due reati: il favoreggiamento, lo spionaggio sulla Procura di Napoli. Una “notizia” che vale l’altra, con qualche fondamento però: l’allegra gestione dei fatti giudiziari nella Procura napoletana di Giandomenico Lepore.
Si discute molto di fascismo in Italia, per il conflitto d’interessi che vede Berlusconi insieme presidente del consiglio e maggior editore. Ma non c’è fascismo nelle aziende di Berlusconi, e sicuramente non nella sua maniera di gestire il governo, imputabile semmai di vaghezza e arrendevolezza e non di autoritarismo. Mentre di fascista in termini propri c’è Woodcock, il giudice napoletano che anima questa fase delle inchieste contro Berlusconi. Legato, come il suo capo Lepore, a Fini. Fascista è anche la costruzione di questi “scandali”, il chiama e rispondi tra Berlusconi e i giudici napoletani: Berlusconi sa benissimo di essere intercettato anche sulla tazza del gabinetto, e non è uno che dice a un Lavitola quello che non vuole dire. E la stampa che, senza saperlo?, se ne fa paladina.
Si fa del resto torto alla stampa definendola fascista senza alcun riferimento alla giustizia. Che invece del fascismo si fa manto, fino agli ermellini e alle eccellenze. Senza contare che il giornalista, benché pieno di sé, non ha l’auto aziendale, di marca, corazzata, con autista, ventiquattro ore al giorno. Che il giudice invece ha, anche il sostituto della più modesta Procura di provincia, grazie all’uso generalizzato delle scorte, a un costo che supera abbondantemente quello di ogni altra casta - il vecchio “attendente” che la democrazia aveva cancellato, con ogni servizio meniale, di tipo schiavistico, che era il segno distintivo dei NN.HH. della crosiana Nuova Italia.
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1 commento:
E come no, non sara' fascista ma e' peggio: il re dell'antipolitica e' Berlusconi. Quando si riscriveranno questi venti anni non si trovera' niente. Il fascismo faceva le guerre, ma anche ora si fanno, a fini umanitari sempre. Mentre non si protegge il lavoro ne' il reddito, non si sostiene l'assistenza sociale e la scuola, come nei vent'anni fascisti bene e male fu fatto, durante la Grande Crisi, prima e dopo.
Ora c'e'la liberta', perche' abbiamo pur sempre una costituzione, questa non ce la possono togliere, ma in quale giornale? Questo e' vero. O in quale tribunale?
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