L’argomento fu materia di riflessione fra gli storici, da Marc Bloch in poi, le false notizie di guerra. Ma quelle diffuse dagli agenti inglesi contro Gheddafi - oggi abbiamo il colonnello in fuga sulla jeep invisibile, niente di meno, di marca fracese - seppure bevute dai grandi inviati italiani (solo da loro), non sono niente rispetto a quelle diffuse da Woodcock e Lepore, e ora dai media, la Rai berlusconiana compresa. Ieri la Rai ha certificato una sorta di guerriglia in centro a Roma davanti a Montecitorio. Mentre si è trattato del solito presidio di protesta allestito in un angolo della piazza da una quindicina d’anni, occupato a turno, con singolare disciplina, dai vari gruppi di protesta, dai Coldiretti agli Intrattabili. Essendo stati ieri negli stessi luoghi nelle stesse ore si può certificare ocularmente che non ci fu guerriglia – è troppo facile per gli operatori “restringere l’obiettivo” su quello che si vuole far vedere.
Nello stesso giorno il governo ha fatto un decreto contro le intercettazioni, Berlusconi l’ha portato da Napolitano e Napolitano l’ha bocciato. Chi ancora legge i giornali ha trovato oggi questa notizia, “Napolitano boccia il decreto intercettazioni”, in grosso in prima pagina. Mentre il governo non ha fatto il decreto, non poteva farlo, e forse non vuole neppure farlo – una corrente di pensiero sostiene che le intercettazioni giovano a Berlusconi, le illegalità.
Non da ieri, già da qualche giorno invece la Rete è invasa dai commenti sull’ultima probabile uscita di Berlusconi: “La Merkel è una culona inchiavabile”. Senza dire come e dove la cosa nasce. Ecco dove e come:
“Secondo alcune voci, che tuttavia non hanno trovato conferma, il premier avrebbe detto: 'La Merkel culona inchiavabile'.
“A quanto pare in Transatlantico due deputati…
“La voce ha cominciato a circolare ieri su Facebook…
“In Transatlantico due onorevoli si danno di gomito. "Ma la sai l'ultima? Berlusconi ha detto che la Merkel è una culona...”
La storia è nata sulla Rete. La Rete è piena di blogger di partito, retribuiti, eh sì, che si danno di gomito – erano quelli che telefonavano indignati la mattina alla rassegna stampa di Radio Tre, ora dirottati sui nuovi media. Poi Crozza da Mentana o Gruber, in attesa di Santoro e Litizzetto, ci fa l’imitazione, ElleKappa la vignetta, etc. Nelle radio di partito si pone l’angoscioso quesito: come l’avrà presa la Germania? Con risposte: l’ambasciatore ha protestato, la Merkel ha rifiutato d’incontrare Berlusconi, la “Bild” ha proposto di boicottare la pasta… Come la rivoluzione” del Cairo, o quella di Bengasi: c’è in questa sinistra italiana, europea, lasciata allo sbando una voglia di vendetta telefonica, che si accontenta di voci e immagini telefonate. Solo che l’Italia non è a fine regime.
È la fine del giornalismo? I grandi giornali annunciano oggi l’aumento dei lettori, mentre registrano sempre più tagli alle tirature e agli organici. E può essere un effetto della crisi, che si preferisce leggere i giornale degli altri, senza pagarlo. Ma può essere un’illusione - come ci calcolano i lettori? Mentre è un fatto che non si comprano più giornali. E un perché è chiaro: eccetto le fantanotizie non c’è nulla da leggere. Ma su quelle la Rete è imbattibile, a beneficio dei telefonici.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento