mercoledì 14 settembre 2011
Il socialismo della buona morte
L’ultimo socialista è Martin Schulz, ma giusto perché Belusconi l’ha chiamato “kapò”, aguzzino hitleriano. L’Internazionale Socialista magari si riunisce, ma nessuno sa a che proposito. È caduto il Muro col sovietismo, nel mentre che gli Usa lanciavano con la Cina e il resto dell’Asia la globalizzazione, ma i socialisti non se ne sono accorti. La caduta del socialismo in Italia è stata prodroma dell’eclisse del socialismo ovunque altrove: il socialismo si è inabissato con Craxi, ma l’evento era evidentemente maturo con la caduta del Muro. Nessun progetto da allora (l’ultimo è il progetto Delorso per l’Europa, 1993, sono quasi vent'anni e sembra una eternità), nessuna ricetta per il lavoro, l’occupazione, il reddito. Sono stati al governo a lungo, in Germania e in Gran Bretagna, ma a nessun effetto, se non favorire gli stati di crisi - i licenziamenti – e instaurare il precariato. E ancora oggi, dopo venti-venticinque anni di globalizzazione, non sanno che dire, se non asiatizzare l’occupazione, il solo lavoro minorile escluso. Per non dire del fantoccio mercato, che più di tutti sembra ipnotizzare proprio i socialisti. Soprattutto il mercato finanziario, che ci fa ballare da quattro anni e non sappiamo se ci lascerà ancora in piedi o tutti morti. L’unico socialismo che propone qualcosa è quello repubblicano-radicale dei diritti civili, o zapateriano: dei matrimoni gay e i cambiamenti di sesso. In attesa di poter sancire la buona morte, volontaria.
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