venerdì 23 settembre 2011

Ombre - 103

Emma Marcegaglia si candida a governare bene il paese, infine, chiedendo sbracata una crisi di governo. Impudenza? Vecchia Dc, il neoguelfismo è antico.

Sabato la giudice di Bari Pontassuglia ha dato la sua versione dei fatti su Tarantini ai colleghi di Napoli e Lecce e martedì la sua testimonianza, ben riassestata redazionalmente, era a disposizione dei giornali amici della Procura napoletana. Poi dice che la giustizia non funziona.

Pontassuglia è la giudice che ha letto le 100 mila intercettazioni, dice, e le ha editate. Ma ha anche parlato di persona con gli imputati. Ecco come si esprime: “Mi pare di ricordare, ma non ne sono certa, che quest’ultimo tirò fuori dalla tasca un biglietto con degli appunti”.
Quest’ultimo è Tarantini, che la signora ha appena detto in possesso di un biglietto del Procuratore generale di Bari Laudati con le indicazioni delle cose da dire.
Che pensarne? Che la giustizia è un terreno minato – il lampo: è se Laudati la scampasse?.

Arringa di Bianconi sul “Corriere della sera” martedì contro Laudati a favore del colonnello della Finanza Paglino. Confidente privilegiato del giornale e per questo arrestato da Laudati. Ma il terminale delle confidenze di Paglino non era “una giornalista” compiacente? E Bianconi non fa Giovanni?

Il generale dei carabinieri Mori vuole andare a fondo nel processo che Palermo gli sta facendo da un quindicennio per associazione mafiosa, rinunciando alla prescrizione. La notizia non merita una riga nei giornali della Procura di Palermo. La Procura sarebbe andata volentieri incontro alla prescrizione? C’è una Spectre tra i giornali e i giudici del Compromesso?

“Sollievo Gila: fuori sei settimane”, titola “La Nazione” dell’infortunato Gilardino. Sono sollevati i tifosi? La squadra?

A Firenze, alla scuola “Baracca”, un’educatrice della materna ha avuto una crisi da overdose nel bagno. Nessuno se n’era accorto, della dirigenza, dei colleghi, delle famiglie. Omertà?
Per “La nazione” e “Repubblica” conta solo il pronto allontanamento dell’educatrice, per il “Corriere della sera” il fatto non fa notizia. Se non c’entra la Gelmini, non è scuola?

L’1 per cento di aumento dell’Iva è stato la battaglia del fine settimana, Si sono fatti calcoli su calcoli di quanto questa misura così vessatoria costerà, c’è chi è arrivato a 33 miliardi. Di lire?

La società Autostrade spiega con un cartello a tutti i caselli che è costretta ad applicare l’aumento dell’Iva, e si scusa quindi se il pedaggio aumenterà. Anche i Benetton dunque nel fronte della resistenza – dopo avere incassato da Tremonti un piano pluriennale di aumenti senza (praticamente) impegni di spesa.
Ma il pedaggio non aumenta dello 0,20 per cento, come vorrebbe l’1 per cento di aumento sull’Iva al 20 per cento. Che farebbe venti centesimi per ogni dieci euro. Sui pochi chilometri Versilia-Rosignano i resistenti Benetton lo fanno passare da 7,60 a 8,20 euro. Chi è il ladro?

“ll Sole 24 Ore” fa di più, il giornale di Emma Marcegaglia: commissiona un servizio in prima pagine per dire che l’1 per cento farà aumentare il cappuccino. E questo è Emma for president – i democristiani non deludono mai, sempre sono mediocri.

Il giudice milanese Patrizio Gattari ha condannato l’industriale Caprotti a 300 mila euro di multa, una cifra colossale in Italia, per concorrenza sleale alle Coop col suo libro “Falce e carrello”, e ha ordinato la confisca del libro. “Repubblica” e “La Stampa” tacciono il fatto. Il “Corriere della sera” ci arriva quattro giorni dopo, quando il caso è stato assunto dai berlusconiani, che protestano. “Il Sole 24 Ore” ne fa un’agenzia. Per “Il Fatto” la sentenza è mite.
Caprotti aveva descritto in dettaglio le vessazioni delle amministrazioni comunali in Emilia Romagna. E il crescendo di pressioni della Lega delle cooperative, di Banca Intesa e di Romano Prodi perché cedesse alle Coop i suoi supermercati.

Il “Corriere della sera” costringe Stefano Montefiori a trascrivere e tradurre, e i suoi lettori a trangugiare, un elogio di Bernard-Henry Lévy su Sarkozy a Bengasi che è inverosimile per piaggeria e stupidità. Chi l’avesse mancato lo trova qui, da non perdere:

Assange assicura a “Repubblica” che cercherà i segreti del Vaticano e quelli degli anni di piombo. È già si capisce il tipo. Poi dice che l’Italia ha un’informazione solo “parzialmente libera”. Al livello della Bulgaria e della Romania, specifica, al di sotto della Serbia e del Benin.
Wikileaks e “Repubblica” esclusi, si suppone.
Ma è vero che l’Italia è l’unico paese dove Assange è ancora profeta.

“Così la scuola scoppia”, titola “Repubblica” un ampio servizio di Vera Schiavazzi sullo sfascio delle scuole pubbliche: “classi pollaio”, “emergenza affollamento”, “sicurezza a rischio”. Meglio le private.
Corrado Zunino concorre dibattendo il numero massimo per classe: 25? 30? Venticinque l’avrebbe stabilito il Consiglio di Stato. Lasciando ai presidi la deroga. In Francia le classi alle superiori sono anche di 50, per una pedagogia che vuole i ragazzi personalmente impegnati.
Ma, poi, un grafico spiega che le classi con più di 30 alunni sono 2.108 su 350 mila, lo 0,6 per cento. Sono troppe, o troppo poche?

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