giovedì 29 settembre 2011

Secondi pensieri - (77)

zeulig

Anima – Si declina preferibilmente al maschile, a dispetto del femminismo e del politicamente corretto. Al maschile va bene per tutti, animo come forza di vivere. Al femminile ha qualcosa del perturbante di Freud, che, come tutto quello che Freud tocca, sa di morboso.
Adoperata peraltro sempre più in senso veterotestamentario, come essere animato, estesa agli animali, domestici e non, ai fiori, agli alberi. Come necessaria unione di spirito e corpo – non dicotomica, di differenza cioè nell’unione, ma proprio d’identificazione, per cui viene meglio al maschile.

Cinismo - I filosofi cinici secondo Goethe possono essere solo mediterranei, al Nord morirebbero al primo inverno. Errore: si è più cinici intabarrati, nudi si è invece inermi.

Coscienza – È frazione minima e incerta della vita psichica – qualcosa Freud ha inventato - di cui non rivela l’essenza, tendendo anzi a nasconderla.
Psicologia influente e allettante è quella fisiologica di Ribot e William James, per la quale i sentimenti non sono emozioni. O meglio: le emozioni non sono idee. Darwin aveva già sistemato l’espressione delle emozioni: le emozioni sono fatti, modificazioni della memoria dei viventi, uomini o animali. Esse affondano le radici piuttosto nella carne dell’individuo, non esiste una sostanza mentale. Il principio dell’amore si situa quindi nella corteccia cerebrale?

Esistenzialismo - La filosofia dell’essere sarà stata il più solido fondamento dell’aborrita techne, la razionalità ridotta dei diritti dell’uomo, della donna, dei bambini, degli anziani e di ogni gruppo, anche nocivo, dell’uguaglianza Onu, o del marchese di Sade, un neo illuminismo che, più che negare il sacro, lo ha sradicato. Del progresso che corrode i preambula fidei, i preliminari razionali che consentono alla grazia di dispiegarsi, e a una fede di accostarsi, per cui un delitto è delitti infiniti – l’uguaglianza nell’ordine, la tecnica è questo, se ne potrebbe fare una bella democrazia.

La verità dell’Essere, anche sotto forma d’indicibile, era già nella Monarchia di Dante: “In ogni azione, ciò che è anzitutto vero per chi agisce è la rivelazione della sua propria immagine”. E: “Niente agisce se agendo non rende manifesto il suo io nascosto”. Il Chi e il Dasein sono da tempo rivelati, si dicevano haecceitas, l’eccolo qui. Se non sono l’intuitus entisdi san Buonaventura.

Filosofo - Non è più il physikus d’un tempo, il medico, quando comune era il corso degli studi a Padova, Bologna e Pavia. Non guarisce e non risolve, anzi crea virus ed è contento se il contagio dilaga. È un untore, se non un terrorista.

Neutrini – Inafferrabili li dicono i fisici, molteplici, sfuggenti. Ma somiglianti stranamente alle omeomerie di Anassagora, le parti infinitesime della materia divisibili all’infinito e qualitativamente differenziate. Sono una proprietà (fatto) fisica o filosofica?

Nulla – È il punto di partenza della filosofia, non può essere quello di arrivo. Lo diventa quando la filosofia si guarda l’ombelico. La cosa è nota dall’aritmetica di Boezio: “Se aggiungi punto a punto non fai nulla di più che aggiungere nulla a nulla”.
Per l’idiota di Cusano “delle cose impossibili o ignote non c’è volontà o desiderio”. Chi vuole o desidera, dunque, fosse pure il nulla, è al di qua del non essere, ignorato o impossibile.

Nominarsi Dio professando il nulla non è solo roba che viene col nazismo (in contemporanea col nazismo), è il cuore del nazismo. “Tutto è nulla, e anche la coscienza del nulla”, Cioran professa, voluttuoso nella deiezione, ma chi si uccide è il povero Celan. “La saggezza del filosofo”, obietterebbe Spinoza, “consiste nel conoscere i limiti del suo sapere e non prendersi per Dio credendosi investito della sua onniscienza”. Superbia non rara in chi decide che conta solo il (suo) pensiero.

Stupidità - “La stupidità è frutto di un cuore maligno”, ha detto Kant. “Ciò non è vero”, obietta Hannah Arendt, “la malvagità nasce dalla mancanza di pensiero”. Che non è stupidità, “può riscontrarsi in persone di grande intelligenza”.

Tecnica - La squalifica della tecnica, ormai è quasi un secolo, non emerge con la guerra perduta, ma ne viene sancita: la Germania, sconfitta dalla Francia, finge di rintanarsi nella metafisica, con Spengler e, di più, con Jünger. Heidegger ne è epigono. Uno come uno Rivarol già ne sapeva di più: l’uomo è l’animale che sa accendere il fuoco.

Verità - È della filosofia, la vita non ha nessuna disciplina da imporre, tranne quella di accettare l’esistenza - la vita avanza uguale, senza curarsi dei vili, o degli eroi. Ma la filosofia è altro dall’esistere, si faccia pure a letto invece che in cattedra, si nutre di quello che produce.

zeulig@antiit.eu

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