Mentre il “Corriere della sera”, il giornale di Bazoli e della curia milanese, moltiplica i supplementi che invitano alla crociata, alla Cei i conti non tornano. E la setimana prossima verrà detto alle assise di Todi.
Gli echi all’idea di un nuovo movimento politico neo guelfo sarebbero stati tiepidi. E le prime analisi degli spostamenti ipotetici del voto: una nuova Dc è accreditata di “molto meno” del 30 per cento, che era stata la sua soglia storica minima, e più vicina al 20. Solo una parte dei berlusconiani confluirebbe nella nuova entità. Che sommata al Grande Centro di Casini, Fini e Rutelli, e a briciole del partito Democratico, non farebbe un partito di maggioranza relativa.
Il partito Democratico verrebbe ad essere, secondo queste analisi, il primo partito. Secondo due ipotesi. Una di minima: che il Pd mantenga i voti attuali, meno un 2-3 per cent di ex Popolari. E una di massima: che in un Pd meno diessino, ora che nel cuore delle regioni rosse, la Toscana e metà Emilia, il voto va a ruota libera, confluisca la parte laica dei berlusconiani, i sociliasti, compresi gli astenuti, i repubblicani, e forse anche i liberali.
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