Hillary Clinton critica la giustizia italiana a Perugia, non ringrazia l’Italia per la guerra a Gheddafi, e in viaggio per Tripoli evita Roma. Alla Farnesina non ne sono meravigliati: mai un segretario di Stato americano è stato così inconsistente come la signora Clinton, su tutti i fronti della diplomazia americana, dalla Cina alla Corea, al Medio Oriente e al nord Africa. Una persona tra l’altro digiuna di geografia, malgrado gli otto anni passati alla Casa Bianca come moglie di Bill Clinton, non sapendo distinguere la Bosnia dalla Serbia.
All’ambasciata americana invece si ride della ragione che la signora Clinton adduce per evitare l’Italia, quella che il suo ambasciatore a Roma Thorne accredita con i giornalisti amici: i festini di Berlusconi. Ricordando che suo marito li faceva alla Casa Bianca, lei presente, con collaboratrici e donne di professione, e senza pagarle, abusando del potere d’influenza. Subendo almeno quattro processi, poi naturalmente messi in sordina, con la moglie sempre al suo fianco per difendere la sua propria carriera politica.
Si può anche dire che la Clinton non viene a Roma perché non è popolare tra gli stessi americani. I quali ricordano che suo marito e lei stessa parteciparono tra la fine del 1998 e il 1999 a varie kermesse-seminari in Italia “dell’Ulivo mondiale” o della Sinistra Mondiale, ospiti di Veltroni e\o di D'Alema, facendosi pagare.
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