Quattrocento pagine di note e rapporti dell’ambasciata americana Roma, molto critici verso l’Italia. Intercalati da note di inquadramento dei curatori. Non approfondite. Tra l’altro, i due storici mettono in relazione le carte, pubblicate da Wikileaks, con i “Pentagon Papers” del 1971 e questo è un errore: i “Pentagon Papers” non sono un’indiscrezione, che ha sempre una regia, Wikileaks non è uno schieramento politico.
Un libro inutile, essendo l’opera dei due storici irrilevante sull’insieme delle carte già note. Ridicolo: esibisce in copertina Berlusconi in tête-à-tête con Bush jr., per poi deriderlo con le carte dello stesso Bush. Ma a suo modo pure affascinante. Un tempo si sarebbe fatta la tara politica dei dispacci degli ambasciatori americani, contro Craxi, contro Andreotti o contro Fanfani. Contro la politica mediterranea, mediorientale, araba, europea, e contro ogni relazione con l’Urss. O a favore delle tante guerre, “umanitarie” e non, a cui gli Usa hanno assoggettato l’Italia da una trentina d’anni, dal Libano e la Somalia in poi. Ora i rapporti dei diplomatici americani, americani di Bush, sugli stessi temi e sulla stessa linea sono elementi di prova. Contro Berlusconi, ma poi contro la stessa Italia.
Con un curioso effetto: il rapporto finale dell’ambasciatore repubblicano Spogli, letto in italiano, del tutto alieno dal linguaggio politico americano (riforme di struttura? visione strategica?), sembra quello “fatto”, insignificante, dei giornali italiani, degli opinionisti. Franzinelli, che sa tutto delle spie, dovrebbe un giorno scoprire chi scriveva per Spogli.
Mimmo Franzinelli, Alessandro Giacone, La Provincia e l’Impero. Il giudizio americano sull’Italia di Berlusconi, Feltrinelli, pp. 408 € 22
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