A colloquio con Timothy Leary, Ernst Jünger e altri: le droghe come un fatto positivista. Le porte della percezione si aprono per reazione chimica. Un’ideologia molto “svizzera”, in piena contestazione, questo paradosso di voler aggredire l’inconscio con metodo positivo: calcolato, dosato, sperimentato. Ma vi soggiacevano anche i grandi cultori della mente e della mitologia, Aldous Huxley e Carlos Castaneda: arrivare al soprannaturale per reazione chimica. Un’alchimia positivista.
Quanto della successiva (ciclica) passione di massa per l’occulto, il fantascientifico, il deviante, il mostruoso, è da mettere in relazione con l’uso di massa della chimica del cervello, sedativi, tonificanti, eccitanti? “Un cervello che non ha bisogno di stimoli artificiali rifugge anche dal morboso. Però, l’esoterico della Roche, o della Sandoz, non è male.
Albert Hoffman, Lsd
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