Vittorio Giacopini fa oggi sul “Sole” una pensosissima riflessione sul perché i romanzi anti-Berlusconi deludono. Nella quale gli capita di dover riandare al termine post quem, gli anni Ottanta. Senza mai dire che crollò il sovietismo. A Mosca.
All’autore di “Scrittori contro la politica” il fatto, certo, non è ignoto. Ma sa, evidentemente, che in Italia non è crollato.
Nessun “fondo”, nessun parere, nemmeno per telefono, nessun talk show, sulla Fiat che lascia Confindustria. Con accuse pesanti, dure, articolate. Il fatto non esiste per la Rai e Sky, i principi dell’informazione tv. Ci sono Amanda e Sollecito, certo, ma Rai e Sky ne strabordano, gli ascolti così li allontanano. E allora, è sempre Togliatti (“Vittorini se n’è ‘gghiuto, e soli ci ha lasciati”)? Con abbonamento pagato, a 500 euro l’anno?
Un mese, o sono già due?, dopo la legge Gelmini che vieta di assumere parenti all’università, la figlia del professore della Statale di Pisa viene assunta a Roma alla Sapienza. Papà, figlia e assuntore sono del Pd: l’opposizione dev’essere radicale?
Poi si dice che l’università non si sa gestire.
Maroni dice a una televisione: “Della Valle è da tenere in considerazione”, dell’imprenditore antipolitico. E a un’altra: “Le pensioni di anzianità non si toccano”. Della Valle si vuole prepensionare?
Patrimoniale? A metà settembre “Il Sole 24 Ore” la bolla dannosa alla crescita. Dieci giorni dopo la dice indispensabile, una patrimoniale vuole anzi ogni anno, un’altra Ici. Essendo essa al centro del “manifesto dello sviluppo” della Confindustria, 4-5 miliardi assicurati subito. Incoerenza? È l’elastico Dc, non si rompe mai.
Reduce da un referendum, riuscito, per la ripubblicizzazione dei servizi locali, a partire dall’acqua, il futuro governatore della Banca centrale europea Draghi intima al governo di privatizzare, subito, i sevizi locali. Doppia morale?
L’associazione degli appaltatori che dice “buffoni!” al governo dice anche quanto la corruzione sia invadente. Non sono pagati, ma sono la causa principale dell’insolvenza dello Stato: preventivi raddoppiati, triplicati, qualche volta perfino decuplicati, scadenze mai osservate, opere interminabili. Per un costo dell’opera pubblica, a metro lineare o a metro cubo, mediamente doppio della media europea – sulla quale cioè ha già gravato il caro Italia. Gli appalti pubblici sono con tutta evidenza il cancro della nazione.
Il governo si è schierato dalla loro parte.
Dunque, De Magistris ha non soltanto fatto di Narducci il suo assessore, ha anche fatto di Auricchio il capo della sua segreteria. Il giudice e il colonnello dei carabinieri che hanno rovinato la Juventus per favorire l’Inter. Non pagati naturalmente, giusto per la carriera. Se non altro, Napoli sarà antijuventina.
Ma, poi, Narducci e Auricchio hanno dannato la Juventus con indagini false: il fatto è emerso con chiarezza al processo, anche se il tribunale non potrà condannarli.
Nulla di eccezionale in queste cose a Napoli. Ma i giudici che ne pensano? E i carabinieri?
E noi che dobbiamo pensarne, dei giudici, dei carabinieri?
Narducci, è bene saperlo, oltre che affondare la Juventus (con lo schema sempre di Di Pietro: puntare sugli antipatizzanti Juventus, un buon 70 per cento degli italiani, come già sugli antipatizzanti Craxi, un buon 80 per cento: la giustizia è maggioritaria), affonda ora l'Anm, il suo sindacato. Il dottor Palamara che lo presiede, e aveva fatto approvare il divieto per i giudici di prendere cariche politiche dove hanno esercitato la giudicatura, deve fare subito eccezione per il dottor Narducci. È tenuto per le palle, pure lui?
Certo, Napoli in tutto è un'eccezione.
“Spagna: i cetrioli invenduti a causa dell’epidemia di Escherichia coli sono stati dati agli animali”, scrive “Terre di Mezzo”. E calcola in ”duecento milioni di euro la settimana l’ammontare dei danni per i produttori”. Esagerato, ma il danno c’è. Poi si nega che la Germania deve farsi carico di tutto.
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